Donald Trump ha sferrato un cyber attacco all’Iran. Ha colpito il gruppo di intelligence che i servizi segreti Usa credono sia dietro all’attacco alle petroliere nel Golfo dell’Oman.
Stando ai media internazionali, gli hacker hanno disabilitato i sistemi informatici che controllano i lanciamissili dei pasdaran. L’entità dei danni, dicono gli esperti, non è ancora calcolabile.
Gli attacchi sono stati compiuti giovedì, dopo che il presidente aveva fermato i raid aerei per evitare l’uccisione di 150 persone, in risposta all’abbattimento del drone. Il Post: «Gli Stati Uniti sono ora preoccupati che l’Iran possa rispondere lanciando propri attacchi informatici contro i sistemi statunitensi, una cosa già successa in passato. Christopher Krebs, direttore del dipartimento per la Sicurezza informatica e delle infrastrutture statunitensi (Cisa), ha detto che generalmente le intrusioni dell’Iran nei sistemi americani non si limitano a sottrarre dati e denaro, ma cercano anche di cancellare blocchi di informazioni e danneggiare l’intero sistema».
Intanto sabato Trump ha promesso per oggi nuove sanzioni all’Iran con toni molto duri, salvo poi spiazzare tutti aprendo a un nuovo accordo sul nucleare al grido di «Let’s make Iran great again». Trump ha detto che se gli ayatollah rinunceranno al nucleare, l’Iran potrà tornare a essere una grande Nazione: «Non avranno mai la bomba atomica, e quando saranno d’accordo su questo io diventerò il loro migliore amico».
Ieri in parlamento i deputati iraniani hanno intonato il canto Morte all’America. Spiega il vicepresidente del parlamento Masoud Pezeshkian: «L’America è il vero terrorista che diffonde il caos, fornisce armi avanzate ai gruppi terroristici e ancora dice “venite, negoziamo”».