Di Esposito Emilia
Cosa farò domani, quando la porta di casa si potrà riaprire? Come penso di poter contribuire a cambiare il mondo?
Non capisco le persone che in quarantena non ci riescono a stare, continuamente vogliono uscire o scappare di nascosto. Io ho imparato a conviverci subito, ho imparato a convivere con me stessa e ho capito che la solitudine è inevitabile, noi siamo costretti a passare la maggior parte della nostra esistenza in compagnia di noi stessi quindi non ci resta che renderci interessanti.
La prima cosa che farò, finito tutto, sarà, inevitabilmente, quella di continuare a realizzare il mio “io”, continuerò a rincorrere i miei sogni ma con qualche consapevolezza in più. Andare avanti con i paraocchi non fa sempre bene, a volte non ci accorgiamo che intorno abbiamo altro, continuiamo a seguire un percorso immaginario che secondo la nostra percezione ci porta a sentirci realizzati ma non ci renderà felici. Lasciamo la felicità alle nostre spalle e sentiamo la sua mancanza solo quando lei è svanita, un pò come in questo periodo in cui apprezziamo le piccole cose del quotidiano che prima reputavamo futili.
Andare al mare, a sentire la voce delle sue onde, questa è la cosa che farò per prima per accertarmi che, nonostante tutto è ancora lì, che le sue onde si infrangono ancora contro gli scogli, che arrivano sulla riva e poi ritornano indietro proprio come sempre, voglio vederlo burrascoso e poi calmo per poi perdermi navigando con la mente sulla sua superficie.
Poi vorrei vedere i miei amici, abbracciarli, fargli capire quanto mi sono mancati ,vorrei andare a mangiare una pizza con loro e passare intere giornate insieme.
Ma la fine della quarantena non significherà, purtroppo, subito normalità quindi imparerò ad adattarmi ad un nuovo stile di vita a cui, peró, non voglio abituarmi e perciò spero non sia per sempre.