Di Francesca Imbriaco
La vita è dinamicità, un continuo fluire, nessuno sa quando e dove cesserà di esistere; di essa solo il punto d’origine è noto ma la fine della sua esistenza è sconosciuta.
Il domani, il futuro sono avvolti nel mistero.
Quante volte abbiamo rimandato al domani tutte le cose che potevano essere fatte nel presente: avevamo tanto tempo a disposizione, era inutile affaccendarsi più del dovuto.
Il Coronavirus ci ha posto dinanzi una realtà senza filtri mostrandola per quella che è, ci ha sbattuto in faccia la realtà nuda e cruda.
Questi giorni interminabili portano alla luce molti ricordi, generano in noi la paura per il futuro, per l’ignoto, generano il desiderio di avere più tempo, per passarlo in famiglia, per rivivere i momenti, per avere altri ricordi.
Il tempo è considerato come un tiranno, strappa l’uomo dalla vita. Almeno questo è quello che pensa la maggior parte di noi. Filosofi e “pensatori vari” ci insegnano che il tempo, la vita sono un dono che bisogna vivere intensamente.
La nostra vita è limitata ma ci è concesso del tempo e sta a noi gestirlo come meglio crediamo.
Anche se ci sentiamo in trappola dobbiamo reagire ricordando che lì fuori c’è un mondo che ci aspetta.