Nicola Zingaretti ha vinto le primarie democratiche ed è il nuovo segretario del Pd. Il governatore del Lazio ha ottenuto il 65% dei voti, oltre la maggioranza assoluta necessaria per essere eletto subito, senza bisogno del ballottaggio, che si sarebbe eventualmente tenuto in assemblea nazionale. Maurizio Martina è arrivato secondo con il 22% e Roberto Giachetti terzo col 12%. Al nuovo segretario sono arrivate le congratulazioni di Renzi: «Una vittoria bella e netta. Ora basta fuoco amico». Hanno votato (dati dello stesso Pd) un milion e ottocentomila cittadini. Lunghe file ai gazebo, si sono dovute ristampare o fotocopiare le schede. Stessi numeri delle ultime primarie del 30 aprile del 2017. Gentiloni verso la presidenza del partito, Calenda probabile capolista alle Europee. Tra le prime cose dette dal nuovo segretario: l’intenzione di visitare al più presto i cantieri della Tav.
«A sera, quando i risultati si erano assestati, Zingaretti è comparso nella sede del suo Comitato e ha pronunciato un discorso fiammeggiante. Certo, di sinistra, dedicato ai poveri, alle donne, agli sfruttati, a Greta Thumberg, la ragazza svedese che lotta per la salvezza del pianeta, ma anche – ecco la sorpresa – dedicato alle “milioni di imprese” vessate dalla politica economica del governo […] In termini di posizionamento politico il nuovo leader sta preparando la novità più grossa. Nel caso di una crisi di governo che dovesse manifestarsi dopo le Europee di maggio, il Pd sarà indisponibile per qualsiasi governo, sia politico che d’emergenza, e in caso di incertezza, chiederà elezioni anticipate, perché a quel punto sarebbero “l’atto più responsabile”» [Martini, Sta].
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