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sabato 27 Aprile 2024
Sfogliando il New York TimesA due giorni dalle elezioni, un sorprendente numero di schede già depositate

A due giorni dalle elezioni, un sorprendente numero di schede già depositate

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SFOGLIANDO IL NEW YORK TIMES DEL 01/11/2020

Come sempre la domenica il giornale e’ fatto da numerosi fascicoli. Eccoli con il loro titolo e una notizia presa dalla prima pagina di ciascuno.

–      1 / 36 pagine. THE NEW YORK TIMES.  A due giorni dalle elezioni, un sorprendente numero di schede gia’ depositate. Mentre arrivano 90 milioni di voti, i responsabili statali lottano per contarli. Un’America nervosa ma energica sta votando con un impegno mai visto prima, nonostante le difficoltà: l’epidemia, i ritardi delle poste, lunghe code e sentenze giudiziarie che hanno messo a prova le fede del paese nel suo sistema elettorale. Il numero di voti in anticipo, che in alcuni stati ha sorpassato il totale del 2016, ha messo il paese sulla strada di  sorpassare i 150 milioni di voti per la prima volta nella storia.

–      2 / 10 pagine. AT HOME, COME VIVIAMO ADESSO.  L’intera prima pagina e’ occupata da un centinaio di piccole fotografie di votanti, con al centro questo titolo: Stiamo facendo sentire le nostre voci. E a fondo pagina: E poi stiamo in pace mentre i voti sono contati.

–      3 / 10 pagine. REAL ESTATE, PROPRIETARI, INQUILINI, RESTAURI. Con foto di 4 sorridenti giovanotti: Passiamo la pandemia insieme. Amici diventano coinquilini in uno sforzo di rompere l’isolamento imposto dal coronavirus. Sei amici che vivevano in due appartamenti nel quartiere di Murray Hill hanno affittato un appartamento con 6 camere da letto e sono andati a vivere insieme, ottenendo una lieve diminuzione dell’affitto e una rottura dell’isolamento.

–      4 / 10 pagine. METROPOLITAN, QUELLO CHE SUCCEDE FUORI MANHATTAN. Titolo fra due grandi foto di una casa di cura: Prima 40 morti. Adesso 40 licenziamenti. Una casa di cura di Staten Island (quartiere di New York) fortemente colpita dal virus in primavera, adesso combatte con nuove paure. Meno residenti significa piu’ timori di licenziamenti.

–      5 / 14 pagine. SUNDAY STYLES. STILI DI VITA, RELAZIONI, SOCIETA’. Titolo a tutta pagina: E’ tutta una confusione. Come l’isolamento, la monotonia e lo stress cronico possono distruggere il nostro senso del tempo. Quando i giorni si sfaldano in settimane, tentare di stabilire quando qualcosa e’ accaduto e’ tanto difficile quanto capire quello che sta succedendo adesso.

–      6 / 12 pagine. SUNDAY BUSINESS. INVESTIMENTI, INNOVAZIONI, LAVORI. Su un grande disegno di una pianura con un’autostrada, questa scritta: Senza macchine, saluti dall’Arizona. E sotto: Non pensare neppure di posteggiare qui. A Phoenix, considerata una delle citta’ piu’ congestionate di traffico al mondo, sta nascendo un quartiere edilizio per piu’ di mille abitanti dove le auto saranno completamente proibite.

–      7 / 23 pagine. BOOK REVIEW. Recensioni dei libri usciti nella settimana, tutti americani. Nella classifica della narrativa, primo “A time for mercy” del grande John Grisham.

–      8 / 14 pagine. SUNDAY REVIEW. IDEE, OPINIONI, ANALISI DELLE NOTIZIE. Titolo su tutta la prima pagina: “ Che cosa abbiamo perso? “ , con sovrapposte citazioni degli articoli dei 15 opinionisti politici del giornale. Ne trascrivo qualcuna. “ L’intero mondo e’ diventato piu’ scuro”. “ Ha tagliato l’America dall’idea di America”. “Quattro anni di impoverimento culturale”. “ Come abbiamo potuto essere cosi’ ciechi? ”. “ E’ estenuante essere cosi’ oltraggiati tutto il tempo.”.

–      9 / 46 pagine. THE NEW YORK TIMES MAGAZINE. In copertina, sotto un disegno con varie citazioni di Trump, il titolo: “ Qualunque cosa accada mertedi’, la presidenza di Trump ha trasformato il partito repubblicano. Il partito repubblicano e’ adesso il partito di Donald Trump, che lui vinca o perda le elezioni. I suoi politici, attivisti ed elettori  stanno ancora cercando di capire che cosa questo significhi.

–      10 / 12 pagine. ARTS&LEISURE. IDEE, PERSONALITA’. Su una foto a tutta pagina di una faccia con la bocca in primissimo piano, il titolo: Hai voglia di un buon urlo adesso?. Un’anatomia degli urli e gemiti nel cinema, e perche’ ci restano in mente. L’articolo e’ su Susan Bovajian,  specialista nel trovare gente pagata per produrre urla gutturali e macabri sospiri.   






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