La laurea in legge è un prezioso strumento di lavoro. Come prima opzione consente l’esercizio della avvocatura, ma poi tante altre cose tra le quali la politica. Grandi avvocati hanno fatto politica o l’hanno rifiutata: vale per tutti il caso dei Vassalli. Il padre, professore di diritto civile a Roma, quando il Duce attraverso il segretario del partito fascista gli offrì il Ministero della giustizia come straordinaria opportunità, rispose rifiutando: “dica al Duce che dalla cattedra si può solo scendere”. Cambiata la musica, il figlio Giuliano professore di diritto penale a Roma accettò da Craxi lo stesso Ministero della giustizia e fu poi presidente della consulta. Altri tempi.
Oggi due altri giovani avvocati di minore spessore, sono saliti ad alte responsabilità: il professore di diritto civile a Firenze Giuseppe Conte è l’attuale presidente del Consiglio, non eletto ma nominato, l’altra avvocatessa Virginia Raggi, anche lei civilista degli studi professionali prima Previti e poi Sammarco, fa il Sindaco di Roma eletta in Campidoglio una prima volta come Consigliera con poco più di 1500 preferenze ed una seconda volta al ballottaggio come Sindaco con più di 700.000 voti!
Tra i due c’è poche analogie di curriculum, di spessore professionale e di capacità politica e di accesso alla stanza dei bottoni. Il professore era uscito a sorpresa dal cilindro di Grillo per fare il suo primo Governo nel quale aveva sofferto l’arroganza di un suo Vicepremier e la confusione di una maggioranza male assortita. Dicono che quel Governo avesse il minor livello di scolarità dell’intera storia repubblicana: clamoroso per un accademico. Si era salvato all’Estero forse perché in possesso di un inglese fluente, di un vestire elegante e di un comportamento disponibile: così tra un sorriso ed un abbraccio aveva messo rimedio in Europa ad una politica italiana insensata ed ossessiva, strillata dai membri del suo Governo. Poi in un caldo pomeriggio di agosto nell’aula del Senato si è vendicato malmenando politicamente il Vicepremier che aveva cercato di sgambettarlo. E quel match vincente gli ha garantito la simpatia degli italiani e la opportunità di fare un nuovo Governo.
La signora Severini, perché così si chiama da sposata la Sindaca, non ha corrisposto alla arrogante scommessa dello stesso Grillo e del suo popolo. Roma città capitale con i suoi 3 milioni di abitanti, le sue Ambasciate, la sua storia, il Vaticano e il Papa, il suo turismo, vale da sola quanto uno Stato sovrano ed il suo Sindaco è equivalente ad un capo di Stato. Troppo per la giovane ed inesperta avvocata. Ne sono conseguiti disastri su disastri: la sua giunta in tre anni ha perso otto assessori della compagine di 12, le sue aziende municipalizzate hanno visto un turnover di dirigenti superiore a quello verificatosi complessivamente nei precedenti 1O anni delle Giunte Veltroni, Alemanno e Marino. La città sta collassando sotto l’immondizia, le buche stradali, le tragedie meccaniche dei mezzi di trasporto pubblici, la crescita non controllata del verde, le falle del bilancio, i processi ai suoi funzionari che a più riprese l’hanno coinvolta. Il giudizio su questi tre anni è talmente negativo che c’è chi rimpiange l’ineffabile professor Marino.
Ma ora la bomba politica sta per esplodere!
La nuova maggioranza del Governo nazionale tra Grillini e Sinistra sta per allargarsi agli Enti locali. Alla Regione Lazio di fatto già esiste ed a breve sarà consolidata con l’ingresso in Giunta di un assessore a cinque stelle. Lo stesso accadrà in occasione di più elezioni regionali e comunali nel 2019 e 2020. Ma il problema grosso rimarrà il Comune di Roma. Gli attacchi politici e personali della Sinistra alla Sindaca Raggi per la sua inconsistenza, per l’inefficienza della sua Giunta e delle sue nomine nelle Municipalizzate, processi a parte, in questi tre anni sono stati feroci ed anche politicamente indimenticabili, comunque unanimemente giustificati. L’avvocata Raggi è giudicata inadatta al potere ed indifendibile da qualunque Giuria e da qualunque angolo la si guardi ed il gruppo consiliare dei Democratici lo ha ribadito anche dopo varata la nuova maggioranza del Governo nazionale.
È pur vero che la politica è l’arte di trovare le soluzioni ad ogni problema, ma il problema Raggi travalica la politica. Lei stessa ha più volte dichiarato la sua determinazione a non ricandidarsi tra due anni, tra la generale soddisfazione ed il silenzio del suo Movimento.
A breve ci sarà l’offensiva della Lega contro il Comune di Roma, anticipata mesi addietro dalle critiche impietose dell’allora Ministro dell’Interno. La Raggi oggi, come nei precedenti tre anni, è un boccone avvelenato, chi lo assaggia muore e l’augurio dei romani e che nessuno cada nella trappola politica che lei rappresenta, non come invece accadde con Marino per l’allora PD renziano!