Il nostro consueto appuntamento con l’arte contemporanea ci vede in compagnia dell’artista Carmen Novaco di origini porticesi.
L’impeto creativo irrompe nella sua vita sin in giovane età ma decide di condividere i risultati poliedrici della sua personale ricerca artistica in una fase più matura. Esplora il bidimensionale ed il tridimensionale attraverso pannelli, sculture ed installazioni. L’utilizzo di materiali tecnologicamente avanzati quali acciaio, plexiglas, alluminio e legno conferisce equo risalto al lavoro progettuale minuzioso e rigoroso alla base di ogni sua opera. Il materiale di risulta di un’azienda aeronautica assume connotazioni inedite, generando geometrie di derivazione costruttivista. Partendo da una fase iniziale incentrata su lavori bidimensionali, l’artista transita, attraverso un percorso graduale, verso soluzioni artistiche di natura tridimensionale che incisivamente trasmigrano la sua impellente necessità di comunicare attraverso l’oggetto, dando forma e contenuto ad opere di natura astratto-geometrica. Approdando di fatto e concretamente ad un ciclo di sculture in cui il cubo acquisisce caratteristiche versatili, da’ origine ad un racconto incentrato sul tema delle “rotture” che evidentemente si concretizza nella forma e nel contenuto delle sue recenti opere.
L’opera selezionata intitolata “Kintsugi” è realizzata dall’artista nel 2019 quale scultura facente parte di un ciclo dedicato al tema del cubo, poliedro da Platone associato alla terra. In questo caso il titolo ne anticipa il messaggio, stimolando il fruitore ad un ulteriore approfondimento, oltre il tangibile. Nevralgico ai fini di un’analisi è il contestualizzare questo lavoro all’interno di un ciclo presentato al pubblico con “Essenze” mostra personale che curo all’interno del Galoppatoio Reale della Reggia di Portici ed in cui l’artista, attraverso il medesimo soggetto, racconta la sua esigenza d’intervenire nello spazio precostituito, concedendosi una possibile rottura. In “Kintsugi” rievoca la saggezza della pratica giapponese del “riparare con l’oro”, in cui pezzi recuperati e riassemblati di un oggetto in ceramica sono saldati con lacca urushi, il cui strato finale è ricoperto con lacche in oro ed argento. Carmen Novaco, colpita dalla pluralità dei significati simbolicamente rappresentati da questa arte, ne percepisce una profonda continuità con il concetto stesso della sua opera.
La tecnica: in questa opera l’artista seleziona legno marino, sezionato con strumenti di precisione, intervenendo con stratificazione di colore e lacche.
La scultura misura 50 x 50 x 50 cm.