Io, tu, lei, lui, noi, voi, loro. Siamo complici di un omicidio, tutti complici, tutti colpevoli, tutti responsabili. Quella foto mi ha fatto sentire in colpa, mi ha turbato e mi ha spinto a scrivere che i morti di questi giorni, che siano nel Mediterraneo, in Medioriente, in America, in Sud America, in Africa, dovunque sono vittime anche mie.
Cosa ho fatto? Cosa non ho fatto? Cosa insegno ai miei figli?
Una vita umana è una vita umana sempre e ovunque, l’abbraccio sfinito e definitivo a sua figlia, l’ultimo abbraccio sul Rio Grande, riversi a faccia in giù per scappare dalla propria terra, dal Messico per raggiungere il Texas. Una bambina infilata nella stessa maglietta di suo padre pronta a tutto ma con lui… e io seduta al computer che mi lamento per il caldo mentre i miei figli non sono costretti a scappare, io che ho vissuto in giro per il mondo senza subire interrogatori, senza dover sentirmi giudicata per colore e lingua.
Si proprio io che ho pensato che essere cittadina del mondo fosse una immensa fortuna, io che ho sempre la valigia pronta, io non ho saputo fare niente per loro che senza nulla, solo con una maglietta in due volevano una nuova vita. I muri, le navi, i porti, le forze dell’ordine, i governi, facile dire alzeremo i muri, ne costruiremo altri, chiudiamo i porti, le frontiere, possono stare lì sino a Natale.
Fermiamo questo mondo che risponde con odio e con i fragori di dichiarazioni roboanti e urlate. Cosa ci sta succedendo, chi siamo diventati, e soprattutto cosa vogliamo che diventino i nostri figli? Mi sono commossa oggi, come mi commuovo spesso quando vedo immagini, film, documentari e testimonianze di persone che non sono fortunate come noi, ma poi la nostra vita continua, la loro finisce, si conclude senza un volto.
Come risponde la politica? Come risponde la società? Cosa pensano le persone comuni? Solo un fotogramma? Un titolo dei telegiornali ? Quelle immagini devono rimanere impresse nei nostri occhi e dovrebbero essere un peso per ognuno di noi, quotidiano. Un muro eviterà la morte? I porti chiusi eviteranno i morti? I fili spinati eviteranno vittime? Non credo proprio il nostro odio mieterà sempre morti e vittime innocenti, il nostro odio uccide e ucciderà!
L’odio come dice la Treccani: ”Sentimento di forte e persistente avversione, per cui si desidera il male o la rovina altrui” , ma voglio sperare che sia come disse Nelson Mandela: ”Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio”. E allora che aspettiamo spendiamo soldi, energie e proclami per insegnare ad amare.