E’ un po’ come una boccata d’ossigeno, provate anche voi, andate in libreria e comprate un libro, quello di Ferruccio De Bortoli, il titolo è indicativo “Ci salveremo”, non con un punto interrogativo o escalamativo, una certezza secondo il suo autore. Cioè De Bortoli, ex Direttore del Corriere della Sera, giudica positivamente la possibilità del popolo italiano di salvarsi dalla deriva populista, o meglio dai danni che la deriva populista sta procurando alla nostra comunità nazionale.
La sua convinzione nasce da quella che lui considera giustamente, le virtù del nostro popolo, cioè la capacità di cambiare strada una volta che ha verificato l’errore delle sue scelte, basta ripensare, dice De Bortoli, a quando la democrazia non c’era, quando eravamo un paese povero e disgraziato e la capacità che ha avuto di risorgere e rilanciarsi.
Oggi le cose non sono così, siamo in una condizioni che non è nemmeno paragonabile a quella in cui ci trovammo nel secolo scorso dopo la seconda guerra mondiale. Oggi c’è un pericolo, che è la cattiva gestione del governo del paese, ora l’altro giorno sempre sul Corriere della Sera, Polito, straordinario giornalista, faceva nel suo editoriale una considerazione che io ritengo giusta e quindi vi ripropongo: “Non conviene a nessuno andare ad una situazione di infrazione, cioè ad una multa nei confronti dell’Italia per debito eccessivo, non conviene andare ad una rottura tra la commissione europea ed il governo italiano. A nessuno conviene una situazione di crisi tra l’Italia, che è uno dei maggiori protagonisti dell’UE e gli altri paesi”. Perché? Secondo Polito perché nel giorno in cui dovesse accadere una cosa del genere non faremmo un passo verso una maggiore integrazione, una migliore gestione dell’UE, ma andremmo verso la disaggregazione dell’UE. Ci pensino i dirigenti UE e ci pensi, se possibile, chi governa il nostro paese.