Da qualche tempo in qua sia Di Maio che Salvini hanno incominciato a pensare che nel 2022, tra meno di tre anni, dovrà essere eletto il nuovo presidente della Repubblica. L’esperienza ha dimostrato che si può trattare di un posto chiave nell’assetto istituzionale: secondo Di Battista, ad esempio, è stato proprio Mattarella a non volere che Siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione, diventasse ministro dell’economia, un veto che può essere dispiaciuto al plurifelpa Salvini ma che non sembra avere nociuto molto al Paese.
Se Presidente della Repubblica fosse stato un leghista, forse tutto sarebbe andato secondo i piani prestabiliti: deve essere stata questa la riflessione di molti leghisti, di qui la preoccupazione che nel 2022 l’inquilino del colle più alto sia persona di cui potersi fidare quanto ad obbedienza, pronta e assoluta, alla direttive del grande capo. Preoccupazioni analoghe ha certamente Di Maio: questa volta con Conte è andata bene, forse troppo bene, se oggi l'”avvocato del popolo” sembra insidiare il posto di leader maximo dei penta stellati. Il problema è che i due capi-schieramento non hanno grande scelta quanto ai possibili candidati mentre c’è chi un pensierino al Quirinale sembra farlo.
Elisabetta Casellati, Presidente del Senato in quota Forza Italia, sembra intenzionata a tentare la gara. A suo favore sta la carica attuale, una funzione presidenziale svolta in tono moderato, una certa abilità presidenzialista anche se l’età non è più quella giovanile. C’è anche il fatto di essere una donna e una donna Presidente della Repubblica, eletta con i voti di una concentrazione di centrodestra in chiave moderata può oggettivamente dimostrarsi di un qualche interesse.
Anche Conte però guarda in alto: ha iniziato con l’escludere la possibilità di essere presidente del consiglio in un governo diverso da quello attuale, nato da una (eventuale crisi) tenta disperatamente di emergere come figura autonoma rispetto sia ai pentastellati che ai leghisti (anche se nessuno ci crede) cerca di accreditarsi come uomo di sinistra, anche se poi fatalmente viene risucchiato nell’universo pentastellato. Pensa chiaramente ad un elettorato presidenziale che vada dai cinque stelle al pd, ma sembra quanto meno precorrere troppo i tempi.
L’unica certezza è che sono entrambi personaggi che non si arrendono facilmente se scelgono di scendere in lotta tra loro: avremo, se accadrà, una situazione simile a quella dei repubblicani spagnoli (comunisti, anarchici, fascisti in generale) inermi contro i mitragliamenti a volo radente dei caccia italiani, inviati da Mussolini nel 1936 a sostenere la causa del camerata Francesco Franco assistere impotenti al massacro (nel nostro caso delle istituzioni repubblicane). Perché i sorci verdi? Perché quegli aerei avevano dipinto nel muso proprio un topo verde: vedere i sorci verdi ha significato da allora assistere a scene incredibili. Conte Casellati: vedremo i sorci verdi?