I dati resi pubblici oggi, 10 marzo, sul sito della Protezione Civile evidenziano un brusco calo nei NUOVI CONTAGI scesi dai 1.797 di ieri ai 977 di oggi. Il NUMERO CUMULATO DEI CONTAGIATI dall’inizio della rilevazione passa così da 9.172 a 10.149, con un TASSO DI INCREMENTO (nuovi casi odierni su totale cumulato di ieri) che scende dal 24,4% al 10,7%.
Ovviamente sono dati che suscitano speranze anche se, presumibilmente, prima di dedurne la conclusione di una variazione di trend bisognerà attenderne l’auspicabile consolidamento nei prossimi giorni.
Dal punto di vista territoriale circa la metà dei nuovi casi (471 unità, contro le 986 di ieri) sono concentrati nelle SEI PROVINCE CRITICHE (Bergamo, Lodi, Cremona, Brescia, Piacenza, Milano), particolarmente rilevante risulta il calo nelle altre province delle TRE REGIONI (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) dove si è passati da 574 a 110 nuovi casi. Molto meno confortante il dato calcolabile per il RESTO D’ITALIA dove il flusso di nuovi casi è cresciuto da 237 a 396 unità.
Il numero dei casi “ATTUALMENTE POSITIVI” – che è quello rilevante per la pressione sul sistema santario- è salito da 7.985 a 8.514 (10.149 – 1.004 GUARITI – 631 DECEDUTI). Sono state rilevate quindi 280 nuove guarigioni (contro le 102 registrate ieri) e registrati 168 nuovi decessi, contro i 97 di ieri (queste due variabili seguono strutturalmente con ritardo l’andamento dei nuovi casi quindi la loro crescita è per così dire “fisiologica”). Il TASSO DI CRESCITA degli “attualmente positivi” è bruscamente caduto dal 25,0% al 6,6%. Anche in questo caso credo che il dato di un singolo giorno vada preso con estrema prudenza potendo essere frutto di particolari circostanze nella rilevazione e acquisizione dei vari dati. Se risultasse confermato nei prossimi giorni sarebbe un elemento estremamente positivo dal punto di vista della gestione sanitaria del fenomeno (circa il 10% degli attualmente positivi devono essere trattati in terapia intensiva).
Se ne avessi la possibilità chiederei ai virologi e altri esperti di indicare le possibili ragioni dei diversi andamenti territoriali (tra province critiche, resto delle regioni corona e resto d’Italia) che mi sembra la questione cruciale.
Comunque aspettiamo, speriamo e comportiamoci con saggezza e prudenza.
N.b. I dati presentati sono frutto di un’autonoma elaborazione dell’autore delle informazioni presenti sul sito della Protezione Civile.