Il gusto, il piacere, lo stile, il modello “Italia” è ri-conosciuto e ri-cercato in tutto il mondo. La moda insieme all’agroalimentare e all’enogastronomia, ai beni culturali e al turismo, possono essere la chiave per la ripresa della produttività e per la crescita del mercato interno e fattore di sviluppo del made in Italy sul mercato internazionale contribuendo all’uscita dalla crisi della nostra economia. Un’economia che sottende decine di migliaia di piccole e medie imprese che fanno del “produrre” una questione di “qualità”.
La stessa “qualità” che oggi, più che mai, è la chiave di volta per entrare nei mercati oltreconfine, dove la domanda di “Prodotto in Italia” è più animata rispetto a quella interna. In questo contesto la Camera di Commercio di Viterbo porta avanti da cinque anni un progetto di promozione dell’imprenditoria al femminile che ha avuto un rilevante successo che va oltre il confine di questa provincia e che pone nuovi temi: quali strumenti per la promozione del “made in Italy”? Quali sistemi/servizi di accompagnamento delle imprese artigiane?
Abbiamo girato queste domande alla vicesegretaria della Camera di Commercio di Viterbo, Federica Ghitarrari, ideatrice del progetto “Donne in opera”: “la Camera di Commercio ed il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile svolgono un’azione di affiancamento e di supporto alle imprese fin dalle prime fasi di avvio attraverso uno sportello di orientamento dedicato e post avvio curando gli aspetti di marketing anche nelle accezioni più evolute di marketing digitale. Va dato il merito al Comitato Imprenditoria femminile supportato dal personale camerale di aver saputo in questi anni sviluppare una importante rete di relazioni, anche istituzionali, che hanno consentito all’Ente di offrire un servizio di supporto sempre più ampio e completo”.
Lorenzo De’ Medici definiva gli artigiani “i fratelli dei grandi artisti” e negli scritti di Pico della Mirandola è centrale la figura dell’homo faber come colui che cerca l’autonoma creatività. L’homo faber del terzo millennio è il moderno artigiano che padroneggia tutte le fasi della creazione di un prodotto. Parlare di Artigiani, oggi, non significa solo cercare di ricostruire una tradizione che rischia di andare perduta, ma anche realizzare una sintesi contemporanea dell’esperienza, dell’ingegno e del lavoro che hanno reso lo stile di vita italiano celebre in tutto il mondo.
“Donne in Opera” è la punta dell’iceberg di un’attività proattiva di valorizzazione del tessuto imprenditoriale locale svolta con grande passione e professionalità in questi anni – aggiungeFederica Ghitarrari – sono personalmente onorata di dare visibilità alle imprenditrici della Tuscia ed alle loro creazioni in un evento che racchiude la bellezza del mondo femminile in tutte le sue accezioni. Il tessuto imprenditoriale locale è costituito da micro imprese che spesso hanno difficoltà ad investire nella promozione delle loro attività e su questo fronte l’Ente camerale può svolgere un’azione incisiva di supporto. All’evento parteciperanno dei buyers esteri in visita nella Tuscia in occasione del “Buy Lazio”; abbiamo voluto invitarli per offrirgli una visione completa del patrimonio della Tuscia, da quello paesaggistico a quello più prettamente connesso alle imprese come quello dell’enogastronomia e dell’artigianato”.
La recessione economica che ha investito il nostro Paese ha costituito la crisi più radicale, più strutturale, più antropologica cui abbiamo mai assistito. E l’onda lunga di questa crisi è ancora più grave con il diffondersi di un sentimento negativo sul nostro futuro che ci priva di ogni speranza, come se fossimo spettatori dell’alba di un tempo senza promesse e di un tramonto della “leggenda italiana”. Uno stato di confusione, anche di paura per il futuro, attraversa la fase della nostra storia che stiamo vivendo. È come se sulla nostra società si fosse creata una cappa grigia che ci impedisce di coltivare speranze, l’assenza di ideali e di progetti che ci impedisce di costruire il futuro. Ma è proprio in un tempo come questo che può maturare una inaspettata ripresa del pensiero che prepara un ruolo attivo dei cittadini e delle imprese. Artigiani e piccole imprese sono quelle che meglio di altri sono riuscite a fronteggiare la crisi scommettendo sulla forza del Made in Italy. E questo è ancor più vero se gli artigiani sono delle donne.
“Eravamo abituati ad un immagine del consumatore figlio della società consumistica, un soggetto “debole”, facile preda dei messaggi pubblicitari dei grandi mezzi di comunicazione – ha osservato recentemente Ivano Giacomelli, leader di Rete Italia Consumatori – Il consumatore di oggi ha acquisito autonomia di valutazione e indipendenza di giudizio e si contraddistingue per la sua propensione alla “ricerca” del prodotto attraverso l’utilizzo di nuovi canali che esulano da quelli tradizionali che lo porta a chiedere nuovi servizi in grado di fornirgli le informazioni necessarie ad uscire dallo “stato di confusione” per individuare quei prodotti che rispondono alla sua “attualità culturale”.
La chiave ancora una volta è nel marketing.
Quando parliamo di marketing l’immagine che viene subito alla mente è quella della gestione di una attività economica a beneficio dei consumatori. Di conseguenza ci sentiremo spronati ad andare oltre il concetto di vendita e visualizzare le sfide che l’azienda ha davanti a se. È il marketing che ci fa individuare i bisogni, cogliere le tendenze, scoprire il desiderio dei clienti. E tradurre bisogni e desideri in idee. Questa è la qualità del marketing. Ieri era utile, oggi è determinante. Ieri necessaria, oggi indispensabile.
In questo contesto iniziative come quella promossa dalla Camera di commercio di Viterbo, dedicata alle “Donne in opera”, assumono un particolare interesse perché mettono in luce una tradizionale creatività e una nuova imprenditorialità al femminile. “Il sistema produttivo viterbese conferma di essere caratterizzato da una forte vocazione imprenditoriale da parte delle donne – afferma Federica Ghitarrari. Dai dati dell’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, l’universo delle donne imprenditrici della Tuscia, è in crescita nel 1^ semestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, in linea con l’andamento nazionale e regionale. Infatti a fine Giugno 2019, la provincia di Viterbo è arrivata a contare 10.460 imprese “rosa” registrate, con una variazione dello stock del +0,14% rispetto a Giugno 2018. Risulta elevato per la provincia di Viterbo anche il tasso di femminilizzazione, che esprime il peso relativo delle imprese femminili sul totale delle imprese, pari al 27,6%, rispetto ad un dato regionale del 22,1% e nazionale del 22%”.