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sabato 27 Aprile 2024
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Davanti a chi ha sofferto è giusto alzarsi in piedi e togliersi il cappello

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Facendoci assistere dalla Costituzione, che sarebbe meglio leggere prima di fare un’ironia fuori luogo, sono doverose alcune precisazioni su Liliana Segre, una nonnetta che merita rispetto e non derisione. A 13 anni si è miracolosamente salvata da un campo di sterminio, non di concentramento. È senatrice a vita perché designata dal Presidente della Repubblica per avere dato lustro alla Patria con alti meriti nel campo umano e sociale. Chi, è eletto al Parlamento, è nominato dal partito, il più delle volte per avere leccato il culo al capo. Averne tante di donne così da disprezzare!

Liliana Segre
Liliana Segre

Cambiano i termini, ma l’inefficienza è rimasta tale e quale

Da un po’ di tempo i fiumi non straripano, esondano. La terminologia cambia continuamente, seppure il disastro sia sempre lo stesso. C’è stato un periodo in cui tracimavano. Non si capisce se per fare apparire l’allagamento più grave o perché non conoscono la differenza tra riva, sonda e cima. Uso dei verbi a parte, il fenomeno  succede continuamente. I danni sono ingenti, ogni tanto ci scappa anche il morto. Anziché ristrutturare una volta per tutte lo smottamento del terreno, si aspetta il bel tempo. C’è chi si arricchisce sulle inutili riparazioni e ha un reddito assicurato per tutta la vita.

La libertà è sacra e conviene anche a chi vorrebbe stupidamente sopprimerla

Diceva Shakespeare che finisce dove comincia quella degli altri. Quindi, nessuno ha diritto di insultare e offendere, né diffondere menzogne e neppure istigare alla violenza. Non sono solo le leggi a stabilirlo, ma il buonsenso e l’onestà intellettuale. Stranamente da questi divieti è esente da un po’ di tempo chi fa politica. Ormai siamo talmente abituati a tale deroga che non ci facciamo più caso. Tanto, lo fanno tutti. Però, il gentiluomo, che arrossisce nel dire una bugia innocente, si è allontanato. È rimasto chi, pur non essendone capace, crede di poter decidere della sorte degli elettori.

Perché stupirsi se viene incendiato un pub antifascista?

È saggio e giusto non essere fascista. Invece, antifascista è un atto di guerra che giustifica poi una reazione, il più delle volte violenta. Se si litiga, si incendia e si uccide è perché manca la tolleranza, il rispetto per le idee altrui, seppure sbagliate, come forse anche le nostre. Pur essendo pieni di difetti e responsabilità, abbiamo la presunzione di voler giudicare gli altri. Magari potremmo imparare da chi crediamo essere in errore. Invece, siamo sempre anti. Accusiamo. chi non la pensa come noi di essere dalla parte del torto. In realtà, siamo degli stolti che meritiamo ciò che ci succede.

Poveri  genitori che hanno messo al mondo un bimbo con una malattia incurabile

Il rifiuto di un figlio o congiunto, affetto da una grave menomazione, non è provocato da indifferenza né da mancanza di sensibilità. Ma da un peso fisico e morale che non tutti sono in grado di affrontare e sopportare. Più facile, certo, è giudicare. Non biasimate, quindi, chi sta vivendo un dramma, che nessuno di voi ha avuto la sventura di attraversare e che, anziché solidarietà, il più delle volte, crea attriti e dissidi in famiglia. È sempre il soggetto più debole che crediamo di difendere a subire le conseguenze di ingiuste accuse. Le disgrazie dovrebbero cementare l’unione, non disgregarla.

Anche un bimbo, se scuro di pelle, è già un negro di merda?

Hanno poco da lamentarsi Balotelli & C per gli insulti negli stadi e i cori razzisti. Umiliati da imbecilli che si preferisce non individuare né punire, alla fine del mese godono, almeno, di un lauto stipendio. Più grave è se,  aggredito da una mamma, è un bambino di 10 anni, che milita nei pulcini dell’Aurora di Desio. Sono questi gli episodi che mortificano e degradano il paese, che in tempi ormai lontani era faro di civiltà e progresso sociale, oggi tribù di ignoranti. L’Italia non è un paese razzista, ma è popolato da qualche vigliacco che si crede un eroe. E, poi, ce la prendiamo con la politica.

Un tempo eravamo un popolo di santi, eroi, poeti e artisti

Meno di un secolo dopo siamo l’opposto. Indisciplinati, ladri, bugiardi, truffatori e assassini. Ha assicurato la cascina per un milione e mezzo, come se fosse un atelier di Piazza di Spagna a Roma. L’ha fatta crollare per arricchirsi. Invece ha ucciso tre padri di famiglia e passerà il resto della vita in galera. I criminali, che si credono furbi, non hanno ancora capito che, con la tecnologia di cui la polizia è in possesso, non è più possibile farla franca. Ormai sono rari i delitti che rimangono impuniti. Ma continuano a rubare e uccidere.  Perché oggi anche i delinquenti sono ignoranti e stupidi.






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