domenica 17 Novembre 2024
Brava genteDi Maio, Renzi, Salvini: i tre piccoli birichini

Di Maio, Renzi, Salvini: i tre piccoli birichini

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Di Maio, Renzi, Salvini: tre grandi capi politici, veri astri del firmamento (anche se uno è un po’ azzoppato ma fa finta di niente!), questa volta l’hanno fatta grossa, profittando del gran caldo e della preferenza accordata dagli italiani alle ferie estive più che alla lettura dei giornali, stanno cambiando la Costituzione.
Durava dal 1948, era ormai un po’ vecchiotta: zitti zitti la stanno aggiornando anche per evitare troppe lungaggini burocratiche e perdite di tempo nelle decisioni.

Per ora la prima misura portata sembra riguardi il Parlamento, con i suoi dibattiti defaticanti, lo scambio di opinioni diverse, la formulazione di accuse infamanti magari come quella di aver tentato qualche piccolo affaruccio per rimediare le classiche 4 palanche… Meglio evitare queste cose che sanno tanto di naftalina: oggi si può parlare al popolo sovrano anche senza affacciarsi dal balcone, sia quello di Palazzo Venezia e di Palazzo Chigi, direttamente con Facebook: ha tra l’altro il pregio di farti parlare senza che nessuno possa replicare salvo che applaudire, come faceva Tigellino quando parlava in Nerone di Petrolini.

Di Maio, Renzi, Salvini: i tre piccoli birichini
Di Maio, Renzi, Salvini: i tre piccoli birichini (www.tpi.it)

Il Presidente del Consiglio annuncia che la TAV si farà: Di Maio può dire ai suoi fedelissimi che non può fare nulla per impedirlo non avendo la maggioranza in Parlamento: nessuno potrà chiedergli se non lo sapeva fino a ieri, quando ancora parlava dicendo che la TAV non si sarebbe assolutamente fatta.
Salvini può elencare tante belle cose, fatte proprio ieri per gli italiani: nessuna domanda su cosa ne pensi del petrolio Russo o se per caso non stia vantando con propri meriti personali una decisione assunta dal CIP per i prossimi anni.
Renzi può enunciare le strategie del PD in parlamento: nessuna domanda su chi decida le strategie politiche del suo, almeno per ora, Partito.

Facebook è decisamente preferibile al Parlamento: nessuna meraviglia dunque se in un domani non lontano Montecitorio e Palazzo Madama resteranno chiusi, aperti magari solo per una visita delle scolaresche, curiosi di sapere quello che sui libri viene chiamato Parlamento.

Fa caldo: meglio non pensare a cose così complicate, meglio mare, sole, montagna, confidando sempre nella benevolenza nello stellone italico per salvare la democrazia, le istituzioni Repubblicane, il Parlamento…
Sarà difficile con questi birichini!






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