Di Teresa D’Auria
Ci siamo fermati al primo giorno di quarantena in cui tutto è diventato monotono o forse siamo andati avanti, ma a noi non sembra così. Se siamo andati avanti è stato passivamente perché il domani è solo una ripetizione dell’oggi.
La dimensione temporale si è frantumata, le ore non scorrono più come prima.
Persino il sabato (quello del nostro villaggio) è come ogni altro giorno della settimana e ad esso segue una domenica più angosciante che mai ci sembra tutto così lontano e così astratto al punto di non avere più alcun progetto di futuro.
Spero che arrivi presto il giorno di questa nuova liberazione e che tutti tornino ad essere vicini. E spero, ancor di più, che le giornate tornino ad avere un valore.
Dalla rubrica Diario di una quarantena:
- Da un oblò
- Quando un muro non separa
- Un augurio particolare: sfondare i limiti!
- Coronavirus, maestro di vita