venerdì 4 Ottobre 2024
Diario di una quarantenaQuando un muro non separa

Quando un muro non separa

Autore del contenuto

di Mattia Baldi

Un muro fatto di fine cartongesso separa casa mia da quella dei miei nonni. Uno stupido muro, questo era stato per molti anni, fatto male e che faceva passare le voci tra le due case. Quante volte l’ho detestato perché mi toglieva la privacy: ogni cosa detta, ogni volta che passavo di lì eccolo che era pronto a far rimbalzare tutto affianco e in men che non si dica nonna si impicciava di tutto, come sempre. Stupido muro, qualche strato in più, qualche piccola accortezza e avrebbe potuto garantirmi un po’ di riservatezza. Era anche stato rifatto più volte a causa di ristrutturazioni ma mai nessuno era stato in grado di farlo come si deve, mai era riuscito quello stupido muro ,a bloccare il passaggio delle voci.

Quando un muro non separa
Quando un muro non separa (pixabay.com)

Ma forse era un segno del destino: quel muro, proprio quel muro così detestato, ora è l’unico collegamento con i miei nonni. Ogni giorno papà gira tutto il Cilento, è a contatto con tanta gente e quotidianamente la nostra quarantena preventiva si “resetta” impedendo a tutti noi di incontrare i nonni per proteggerli da qualsiasi occasione di contagio.

Ora rimane solo quel muro a farci sentire vicini.

Ogni giorno permette al mio saluto di raggiungerli e di far passare le loro voci e le loro raccomandazioni. La voce di mia nonna che per tanto tempo era stata allegra ed impicciona ora è una voce rotta e smorzata dalla paura. Paura del virus? Probabile, paura che questo momento non passi più, di non poterci più invitare al pranzo domenicale come da sempre.

Una voce che ora è così fioca che neanche Dio riesce a sentirla. Le domande stupide di un tempo, le domande ricorrenti di una volta ora sono domande serie, preoccupate, una volta mi domandava se avessi mangiato o se stessi andando a dormire, anche se erano le cinque del pomeriggio, ora non più. Mi chiede di pregare per lei, di aiutare la sua voce a giungere lassù.

Dalla rubrica “Diario di una quarantena”






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