domenica 17 Novembre 2024
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Gli estivi, un romanzo di Luca Ricci per riflettere sull’amore

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Prima di scrivere alcune note sul romanzo “Gli estivi” di Luca Ricci, edito da Nave di Teseo, è opportuna una riflessione sul titolo della manifestazione che si è inaugurata la sera di domenica scorsa nel famoso borgo antico della Tuscia nei giardini del Museo fondato da Vittorio Sgarbi, il titolo è “Dialoghi di Sutri”.

Non è più possibile far finta di niente di fronte al degrado civile e culturale in cui ci troviamo. Anche i cittadini più distratti sentono che c’è qualcosa che non va, siamo disorientati di fronte a cambiamenti repentini e profondi che hanno investito il nostro tradizionale stile di vita. Forse ne siamo spaventati. E non solo per il Corona Virus.

Sotto i nostri occhi, nel giro di pochi anni, il vecchio capitalismo industriale ha ceduto il passo ad una nuova forma di capitalismo, quello finanziario in cui il danaro non serve per fabbricare un prodotto ma è esso stesso un prodotto, una merce.

Sotto i nostri occhi, nel giro di pochi anni, è nata una cosa che si chiama rete e nella rete siamo caduti per vivere una realtà (virtuale) che non è quella che viviamo tutti i giorni, ma qualcosa che sta sopra, sotto e dentro di noi. E’ così la nostra vita, emarginata dal lockdown, dipende oggi da uno smartphone.

Quello che una volta era pensiero, idee, riflessione, dialogo è mutato in confronto e poi in scontro e poi è diventato insulto e talkshow per finire tutto in un post sulla rete. Per questa strada ogni opinione svanisce dietro un’altra, sono soltanto parole che come tali si ascoltano, si dimenticano per scriverne altre. E su queste cerchiamo chi è d’accordo e chi no, scambiando la conta per democrazia.

Siamo stati investiti da una crisi che è prima di tutto culturale e le forme della rappresentazione artistica sono le primi a soffrirne. Credo che sia arrivato il tempo della resistenza, il momento di riprendere la strada delle idee e della riflessione (anche per questo abbiamo fatto questo giornale) per questo abbiamo accettato l’invito a partecipare ai Dialoghi di Sutri, un evento felice per riprendere il dialogo partendo da una delle forme della rappresentazione artistica più antiche, la narrazione, la letteratura.

Il romanzo di Luca Ricci ha inaugurato l’evento offrendo la sua scrittura e i suoi personaggi per una riflettessione su uno dei temi eterni della nostra convivenza, l’amore. O meglio, come Luca Ricci ha scritto, gli amori: nella sua opera lo scrittore ci parla di quattro amori diversi: l’innamoramento, l’amore nuovo, l’amore stabilizzato, l’amore avanzato.

Gli estivi viene dopo Gli autunnali, a cui seguiranno le due stagioni mancanti, quindi quattro romanzi sull’amore, quasi una ossessione.

Lo scrittore svela i suoi personaggi fin dal primo capitolo, la “Prima estate” di quindici estati ambientate in una nota località marina del basso Lazio, meta abituale della media borghesia romana, il Circeo. Conosciamo subito Ester, la moglie saggia e ironica del protagonista della nostra storia “non potremmo fare i settantenni a settant’anni?”. E’ la sintesi dei dialoghi tra i coniugi sull’amore coniugale che è il filo rosso che pervade tutto il romanzo.

Conosciamo Lello, editore dei libri del protagonista funzionario Rai e scrittore, un po’ sfigato che aspetta invano che il “suo” autore gli consegni il romanzo forse per riuscire a salvare la sua casa editrice.

L’altra ossessione di Ricci è la scrittura, un tema che ricorre in tutta la sua produzione e che ritroviamo ne Gli estivi. La riflessione sulla letteratura attraverso cui Luca Ricci e il suo protagonista tentano di leggere la complessità delle relazioni amorose rifacendosi ai classici della letteratura come Romeo e Giulietta in una singolare interpretazione.

Lello dice “non bisogna fare la morale, bisogna farsela”. Mentre il protagonista è impegnato costantemente in un esercizio di cinismo esibito, dai discorsi sul matrimonio al sesso tra persone invecchiate o logorate dalla consuetudine fino al desiderio di Teresa. Ma chi è Teresa? Nel prime pagine di questa storia è l’innamoramento, il colpo di fulmine del protagonista che farà vivere al lettore l’evoluzione del desiderio come chiave per conoscere “lo scrittore” lungo quindici anni delle sue estati. E’ un uomo deluso, complesso, che si trascina la vita tra il suo lavoro alla Rai e la vacanza nella villetta al Circeo “perseguitato” dalla sua fantasia erotica, a volte noir, a volte drammatica, mai gioiosa. E’ astioso verso il giovane scrittore fidanzato di Teresa come se ricordasse i suoi esordi. E’ complice del marito di Barbara, una delle sue occasionali amanti. Nelle interminabili code sulla via Pontina, che lo portano al Circeo, dorme a occhiaperti e in poco più di 10 minuti vive avventure strabilianti. Ma mai felici.

L’ultimo capitolo è la chiave del romanzo. Ci sono tutti gli ingredienti della storia di un uomo del nostro tempo. La narrazione finisce come il film di Fellini “la dolce vita” quando entra in scena Valeria Ciangottini. Qui si chiama Rosa ed è la nipote del nostro protagonista, solo con lei sulla spiaggia mentre insegue le sue fantasie erotiche.






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