Di Dom Serafini
Lo scorso marzo il Governo italiano aveva approvato aiuti economici agli italiani all’estero iscritti all’AIRE per quattro milioni di euro, successivamente portati a sei.
Il comunicato da parte della Farnesina era dell’11 novembre scorso, ma il primo resoconto stampa che questo giornalista ha visto pubblicato é stato l’8 dicembre 2020. Contattata l’Ambasciata d’Italia a Washington, D.C. per chiedere quali siano le procedure necessarie per l’accesso ai fondi (designati come aiuti economici per la crisi dovuta alla pandemia ed attivati attraverso la rete consolare e diplomatica), l’Ambasciata aveva passato la nostra richiesta al Consolato d’Italia a New York City. Sia l’Ambasciata che il Consolato non erano a conoscenza del modo per accedere ai fondi.
Dopo aver interpellato i deputati per la circoscrizione Nord e Centro America, l’onorevole Fucsia Nissoli (nella foto) ci ha comunicato che a tal proposito aveva fatto due interrogazioni alla Camera, datate martedì 19 maggio 2020 e martedì 17 novembre 2020. La risposta del Governo alla prima interrogazione dell’on. Nissoli faceva riferimento solamente allo stato di indigenza dei cittadini italiani all’estero, mentre l’onorevole Francesca La Marca, rappresentante alla Camera per la stessa circoscrizione, ci ha risposto senza fornire delucidazioni.
Secondo i resoconti stampa pubblicati a dicembre, l’iniziativa era partita dal Sottosegretario agli Esteri, il senatore argentino Ricardo Merlo, eletto nella circoscrizione America Meridionale. Le risorse disponibili per le piccole e micro imprese di italiani all’estero, erano state ripartite con il 42% (o 2,52 milioni di euro) per gli italiani in paesi dell’America Centrale e Meridionale, il 31% (1,86 milioni) in paesi europei e balcanici, il 9% (540.000) ai paesi asiatici, il 3% (185.400) all’America Settentrionale e il 2% (120.000) ai paesi dell’Oceania. Il che rappresenta l’87% dei fondi stanziati per un totale di 5,2 milioni di euro, lasciando 800.000 euro fuori dai conteggi. Interpellato, il Senatore Merlo non ha risposto.
La scorsa settimana il Consolato di New York City si é fatto vivo –– spinto dalle nostre domande di chiarimenti inviate al senatore Merlo –– per puntualizzare che il loro compito é quello di aiutare i concittadini all’estero che sono indigenti (o anche chi non riesce a pagare l’affitto), e non le piccole e micro imprese, come indicato nei resoconti stampa sulla Farnesina. Ad ogni modo il Consolato ha suggerito di contattare la Camera di Commercio Italy-America a New York City, la quale si é detta non informata, specificando che: “Al momento non abbiamo nessuna istruzione sulle procedure di accesso a questi fondi. Siamo a conoscenza della notizia ma non sono stati chiariti/definiti i meccanismi di accesso“.
A questo punto siamo molto curiosi di conoscere almeno una società in Nord America che abbia beneficiato degli aiuti economici annunciati dal Ministero degli Esteri, la destinazione degli 800.000 euro mancanti dal calcolo totale e se il decreto-legge “Cura Italia” includa anche le piccole e micro imprese di italiani all’estero danneggiate dalla pandemia.
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