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I repubblicani si dividono e l’aiuto è messo in pericolo dalle minacce di Trump

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SFOGLIANDO IL NEW YORK TIMES DEL 24/12/2020

I repubblicani  si dividono e l’aiuto è messo in pericolo dalle minacce di Trump. Richieste di cambiamenti al disegno di legge sui sussidi rimbalza dal campidoglio alla Georgia. La denuncia di Trump ha aperto una divisione nei repubblicani e minaccia di ritardare la consegna degli assegni di disoccupazione. Il  suo filmato di 4 minuti può mettere in pericolo anche l’elezione dei due nuovi candidati repubblicani al senato della Georgia, che basavano la loro campagna anche sulla legge dei sussidi, che e’ stata definita da Trump “una disgrazia”. Il punto principale è un pagamento diretto ai disoccupati che la legge prevede in 300 dollari alla settimana e che Trump vorrebbe portare a 2.000. Ben contenti quindi i democratici che avevano accettato quelle condizioni imposte dai repubblicani solo per poter finalizzare l’accordo, e che stanno già preparando la nuova versione della legge. Non è chiaro se Trump intenda spingere la cosa fino a mettere il veto.

PRIMA PAGINA

– La spesa diminuisce mentre i guadagni scendono, destando allarme. Con il destino dell’aiuto federale in forse a causa dell’intervento di Trump, i dati economici di ieri dimostrano quanto quell’aiuto sia fondamentale. Gli introiti personali sono scesi in novembre per il secondo mese di seguito e le spese personali sono diminuite per la prima volta da aprile. I dati dimostrano che la sperata ripresa non è ancora in arrivo e molto dipende dall’intervento federale che sembrava alle porte ma e’ stato rallentato dall’intervento di Trump che lo vorrebbe più generoso.

 Le loro pallottole avevano devastato l’Iraq. I perdoni rinnovano il dolore. Grida di ingiustizia dopo la decisione di Trump sulle guardie della Blackwater. Blackwater è una compagnia di sicurezza privata, nota per la sua brutalità, voluta in Iraq dall’allora vice-presidente Cheney. Si era riusciti a far condannare almeno quattro dei suoi molti addetti per delitti gravi, ma adesso sono stati perdonati da Trump, suscitando disperazione nei famigliari delle vittime.

–  Scontento e distaccato Trump ha ancora 27 giorni e poche barriere. Con 4 settimane ancora alla presidenza, e’ forse nel suo momento più scatenato e, come gli  ultimi eventi hanno dimostrato, più imprevedibile. Rimane l’uomo più potente del mondo, eppure si concentra sull’unica area dove non ha il potere di ottenere quello che vuole: evitare di lasciare la Casa Bianca da perdente. 

– Il Presidente aggiunge altri fedeli alla lista dei perdoni. Uno dei perdonati è Charles Kushner, il padre del marito della figlia di Trump, in prigione per reati finanziari (evasione di tasse e simili) che non hanno niente a che fare con la politica o con Trump, tranne il legame famigliare. Altri due erano in prigione per non aver collaborato con l’inchiesta Muller :Paul Manafort, già capo della campagna elettorale 2016 e Roger Stone, da sempre suo consigliere e amico.  Si prevede che ci saranno altri numerosi perdoni, un eticamente sicuro abuso di potere ma tecnicamente consentito dalla Costituzione.

PAGINE INTERNE

– Sedie e cuori vuoti: un triste Natale in Italia. Per molte famiglie un fine d’anno adatto a un anno in cui si e’ perso cosi’ tanto. Di solito si aspetta il Natale per grandi grandi cene con diverse generazioni di famiglia, con membri che arrivano anche da lontano per quella sera così speciale. Non quest’anno. 

– Elezioni in Israele. Quarta volta. Il centro sinistra ha tentato tre volte di far fuori Netanyahu.  Adesso ci provano i suoi  ex-alleati.

– L’isolamento aiuta gli homeless. Nonostante i problemi dei posti di ricovero, il ritmo dei contagi fra i senza-casa è più basso di quanto si temesse.

– Qualche speranza nella siringa. La casa ebraica nel Bronx ha cominciato a vaccinare i residenti, con buona dose di ottimismo.

– Scandalo scuote West Point. Rivelazioni su truffe e la reazione dell’Accademia, hanno dato luogo a un dibattito sull’integrità e che cosa significhi essere un cadetto. 

– Grandi piani della Russia per l’elio. Un’enorme fabbrica in Siberia trasformerà il mercato di un gas, l’elio, che è essenziale per l’industria.






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