domenica 22 Dicembre 2024
Sfogliando il New York TimesIl film che l’I.C.E. non vuole che gli americani vedano

Il film che l’I.C.E. non vuole che gli americani vedano

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Sfogliando il New York Times del 24/07/2020

 I produttori del documentario citano le richieste di tagliare alcune scene. I capi dell’ICE (l’agenzia che si occupa dell’immigrazione) avevano dato il permesso di filmare anche dietro le quinte pensando di avere poi un materiale favorevole alla politica di Trump fortemente e ciecamente contraria agli immigrati. Ma con il documentario prossimo alla fine della produzione, il governo sta adesso lottando per non permetterne la distribuzione prima delle elezioni o tagliare alcune scene. Quelle, per esempio, che mostrano agenti dell’ICE che mentono agli immigrati per entrare nelle loro case e poi prenderli in giro mentre li portano in prigione. O un agente che scassina una porta per entrare in casa di un immigrato. Si finirà certamente in tribunale, sperando che giudici coscienziosi riescano a farlo uscire nella sua interezza in TV prima delle elezioni.

PRIMA PAGINA

Trump cancella la “convention” repubblicana a Jacksonville. Improvviso cambiamento dovuto all’aumento del contagio in Florida. La “convention” che raduna tutti quelli che contano nel partito, ha lo scopo di nominare ufficialmente il candidato alla presidenza. Nel caso di un presidente in carica alla fine del suo primo mandato, e’ una pura formalità, il candidato e’ lui, come qui nel caso di Trump. La “convention” era inizialmente prevista in Nord Carolina, ma era stata spostata in Florida a richiesta di Trump, perché la North Carolina chiedeva troppe precauzioni per il virus.

– L’aumento delle richieste di sussidio di disoccupazione mostra una ritirata nella ripresa del lavoro. 1,4 milioni di nuove richiesteUna discesa particolarmente dolorosa, dato che un sussidio speciale di 600 dollari alla settimana sta per scadere e non e’ chiaro se il parlamento lo rinnoverà.

 Cohen è bersaglio di rappresaglia, sentenzia un giudice. Cohen, ex avvocato personale e “fixer”(aggiusta-tutto) di Trump, condannato a 18 mesi di prigione per aver mentito al congresso durante il processo dell’impeachment, con la possibilità di scontare la pena a casa, era poi tornato in prigione perché si era rifiutato di rinunciare a scrivere e pubblicare un libro su Trump prima delle elezioni. Il giudice ha deciso che rimetterlo in prigione era una rappresaglia e l’ha rimandato a casa. Speriamo che il libro esca in tempo per capire meglio Trump visto da dentro i suoi uffici.

 Ocasio-Cortez sfida il sessismo svergognandolo in parlamento. Alexandria Ocaso-Cortez, eletta deputato l’anno scorso come la più giovane donna mai eletta in parlamento, ha attaccato un collega per averla chiamata “a fucking bitch” ( “una stronza del cazzo”) e ha proseguito  con una lunga denuncia del sessismo, soprattutto verbale, dilagante in parlamento. Riferendosi chiaramente a Trump, ha detto: “Capita quando individui che coprono i più alti incarichi del paese ammettono di ferire le donne e di usare quel tipo di linguaggio contro tutte noi”.

PAGINE INTERNE

–      In Texas, è partito repubblicano contro partito repubblicano. Le disposizioni sulle mascherine hanno messo in luce il contrasto fra repubblicani innovatori e l’istituzione.

–      La riapertura della Spagna zoppicaI nuovi casi di contagio si sono quadruplicati dopo la fine della chiusura, in giugno.

–      Procedendo sul filo del rasoio a Pechino. Dopo la chiusura del consolato di Houston, la Cina affronta la difficile decisione di come reagire senza rischiare una rottura completa delle relazioni con gli Stati Uniti.

–      La Cina lancia la sua missione su Marte. Se il suo veicolo riuscirà ad atterrare su Marte, la Cina si unirà agli Stati Uniti e alla Russia nel raggiungere quella meta.

–      Gas lacrimogeni al sindaco di Portland. Il sindaco si era unito a una folla di giovani protestanti, quando gli agenti federali schierati a Portland dalla follia di Trump hanno lanciato gas lacrimogeni. Il sindaco ha detto che ciò ha solo avuto il risultato di rendere i dimostranti più arrabbiati.

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