Questa volta voglio parlarvi del labirinto, un topos inquietante e nello stesso tempo affascinante della letteratura di tutti i tempi , in particolare di quella contemporanea. Mi affiderò al racconto di Borges “La casa di Asterione”. In esso l’autore compie un capovolgimento del famoso mito classico del Minotauro, mostro antropofago terrificante e crudele, sconfitto da Teseo grazie all’ aiuto di Arianna.
Per Borges il Minotauro, ovvero Asterione, è un essere infelice. Vive fin dalla nascita in una disperata solitudine nella sua casa – labirinto, grande quanto il mondo , vuota e costituita da corridoi polverosi di pietra, da stanze, cisterne, cortili e terrazze che si ripetono all’infinito .Qualunque luogo di essa è un altro luogo. In un lungo monologo Asterione parla della sua triste condizione svelando la menzogna ridicola costruita intorno alla sua vita :” Io non sono prigioniero . Dovrò ripetere che non c’è una porta chiusa , che non c’è una sola serratura? Una volta al calare del sole percorsi strade ; e se prima di notte tornai fu per il timore che mi infondevano i volti della folla, volti colorati e spianati. Il sole era già tramontato ma il pianto accorato di un bambino e le preghiere del gregge dissero che mi avevano riconosciuto. La gente pregava, fuggiva, si prosternava…. La verità è che sono unico …….le fastidiose e volgari minuzie non hanno ricetto nel mio spirito che è atto al grande “
Per sconfiggere la noia Asterione corre negli spazi infiniti del labirinto, a volte parla con un altro se stesso che giunge a fargli visita .Ogni nove anni vanno da lui nove uomini perchè li liberi da ogni male , lui stesso vive nell’attesa di un liberatore, il suo liberatore. Sarà Teseo che alla fine del racconto confiderà ad Arianna : ” Lo crederesti ? Il Minotauro non si è quasi difeso”.
Il mostro biforme del mondo classico rinchiuso da Minosse nel labirinto , per Borges, dunque, è una creatura sola e infelice , incapace di godere del dono dell’incontro ,chiuso nel dedalo dei suoi giorni senza tempo , in circuiti mentali sconosciuti anche a lui stesso.
Asterione è la metafora di una comune condizione esistenziale dominata dall’ angoscia e dallo smarrimento per un mondo senza centro che resta ignoto anche negli aspetti più semplici ed essenziali . L’uomo ,incapace di trovare vie di salvezza, impegnato in una costante ricerca di senso, si ritrova imbrigliato in tante possibili possibilità che non sa scegliere , è incapace di districarsi tra sentieri tortuosi e bui , angosciato dall’incapacità di trovare una via d’uscita . La vita sembra essere , sempre più, uno “scialo di triti fatti , vano più che crudele ” come dice Montale. Occorrerebbe un’altra Arianna , una traccia , un filo, per trovare la strada .Per l’uomo faber, sempre meno sapiens ,Arianna sarebbe la salvezza , la rosa del labirinto, l’eterno segreto della vita , l’amore stesso che allontana fantasmi e paure .La complessità del mondo , la tortuosità dei suoi percorsi rende, difatti, insufficiente uno sguardo meramente razionale su un reale che si apre sul nulla e che nasconde significati profondi e non facilmente decifrabili .
Ciascuno di noi , fatalmente , consapevolmente o inconsapevolmente , ha un suo labirinto che è tormento e salvazione insieme. Percorrerlo è un cammino di crescita , uscirne è salvarsi . Il labirinto è il luogo dei nostri recessi inconsci dove spesso si annidano il male, le paure ,le distorsioni della verità , le nostre devianze e ossessioni. Arrivare al suo centro può essere un’esperienza agghiacciante, difficile : non c’è ombra più fitta di quella che avvolge ciò che crediamo familiare . Al suo interno si sosta con una incertezza perturbante ma addentrarvisi è necessario per conoscere , per perdersi e ritrovarsi , per riflettere sul dentro e sul fuori , per scoprire se stessi , la propria identità , le sue derive e le sue cospirazioni . Accettare di conoscerlo significa conoscersi come Anima, Anima che risana e da cui ripartire per il dono dell’incontro col Fuori, con l’alterità che completa e conforta . Ed è solo in questo incontro che la nostra vita può trasformarsi in un destino e il labirinto in un’opportunità.