Nel video che segue un omaggio a Guido Manuli attraverso alcuni dei suoi lungometraggi di maggiore successo ed il suo saluto ai lettori di Moondo.
Lo conosco da quando alla fine del secolo scorso, assolvendo al mio incarico di direttore della produzione della RAI, proposi alla signora Letizia Moratti, a quel tempo prima presidente donna del servizio pubblico RAI, di impegnare l’azienda nella produzione seriale di film di animazione. La Moratti, con cui ho avuto una felice e intensa collaborazione, mi dette carta bianca e iniziò così un percorso che ha portato la Rai a costruire un proprio voluminoso catalogo di cartoni animati, a promuovere il festival “Cartoons on the bay” e ad istituire oggi una “direzione ragazzi”. Ma ciò fu possibile per il semplice fatto che nel secondo dopoguerra si era venuto formando in questo particolare settore artistico un gruppo di talenti di rilievo internazionale e Guido Manuli disegnatore, animatore, ma anche sceneggiatore e regista era uno di questi.
Iniziò a lavorare come illustratore per una piccola casa editrice e nel 1960 creò un sodalizio con Bruno Bozzetto, il più famoso autore di quel tempo, con cui produsse molti cartoons. Contemporaneamente si dedica alla creazione di spot pubblicitari e personaggi di sigle televisive: Johnny Bassotto, il cane detective della sigla di Uno dei tre, programma RAI abbinato alla Lotteria Italia, è entrato nella storia del cartone animato made in Italy.
Nel 1982 Manuli decide di mettendosi in proprio continuando a produrre sigle televisive e spot pubblicitari. Nel 1991, vede la luce Volere Volare, lungometraggio a tecnica mista (animazione + live action) realizzato a quattro mani con Maurizio Nichetti. Il film narra la trasformazione del protagonista, interpretato da Nichetti, da individuo in carne e ossa a cartone animato.
L’opera vince il David di Donatello per la migliore sceneggiatura, un evento che mi “aiuta” a presentare al più famoso mercato internazionale dei diritti audiovisivi, il MIP di Cannes, un suo progetto per una possibile coproduzione che infatti si realizza con l’americana DIC ENTERTAINMENT.
Nel 1995 dirige L’eroe dei due mondi, un lungometraggio “finanziato probabilmente con le tangenti dell’allora Partito Socialista” scrive oggi un imbecille sul blog di Cinemambiente.
Manuli racconta la storia di un bambino, di nome Pallino, che a seguito di un naufragio, incontra sull’isola di Caprera, un vecchio che gli racconta come fosse una favola le gesta di Garibaldi e quindi la storia del nostro Risorgimento. Si tratta di un’opera molto originale soprattutto per la grafica di stampo fumettistico sia per quanto riguarda il layout che per l’uso del colore. Anche l’animazione si muove su un piano assolutamente originale, creando una sorta di memoria che coinvolge lo spettatore.
Realizza nel 2000 Monster Mash, una storia di mostri messi sotto processo in quanto non più in grado di spaventare nessuno, e l’anno successivo Aida degli alberi, lungometraggio liberamente ispirato all’opera di Giuseppe Verdi con le musiche di Ennio Morricone. Il film narra la vicenda di Aida, principessa del Regno di Arborea, e Radames, giovane guerriero del Regno di Petra, reciprocamente innamorati nonostante i rispettivi popoli d’appartenenza siano da anni in guerra fra loro. Realizzato con la casa di produzione Lanterna Magica, e la collaborazione alla sceneggiatura di Umberto Marino, è per il suo stile grafico e l’animazione un lavoro di pregevolissima fattura che in qualche misura preannuncia Avatar, il film di J. Cameron.
L’ultima creazione di Guido Manuli è la serie televisiva Acqua in bocca, realizzata in co-produzione con RAI e MAGA Production.
Da mercoledì 5 Agosto Guido Manuli contribuirà al successo del nostro giornale, regalandoci una striscia animata, uno sguardo sul Mo(o)ndo visto attraverso la sua graffiante ironia. Grazie Guido!