martedì 5 Novembre 2024
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Il ruolo dei vecchi talenti non è il pensionamento

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Come ogni anno dalla fine degli anni 70 ascolto solamente i primi tre finalisti del Festival della Canzone di Sanremo e inevitabilmente rimango un po’ deluso. In Italia, il Festival di Sanremo continua ancora ad essere un evento molto popolare, anche perché gli organizzatori sono abili a corredarlo con controversie e scandali. Quest’anno ci si è messa pure la Rai a generare polemiche a causa di 51 suoi dipendenti (dei 643 inviati per effettuare le riprese televisive) coinvolti nel caso dei falsi scontrini. Molti seguono infatti il Festival di Sanremo anche per queste faccende, come accade per il Super Bowl (la finale di football americano), quando molti telespettatori si sintonizzano principalmente per lo spettacolo nell’intervallo di metà partita e per vedere i nuovi spot pubblicitari.

Per quanta riguarda le canzoni di Sanremo, queste per la maggior parte non vanno oltre i famosi 15-minuti di notorietà, strettamente in ambito nazionale. Oggi per ascoltare un brano italiano negli Usa, ad esempio, bisogna andare in un ristorante giapponese (con Mina che canta nel sottofondo), guardare gli spot di pubblicità in televisione (“Tintarella di luna” per l’hotel Venetian di Las Vegas), oppure un corto di Martin Scorsese (” Il cielo in una stanza”), e “Parasite”, il film coreano vincitore all’Oscar (con “In ginocchio da te” di Gianni Morandi).

Ultimamente uno dei brani italiani che spopola nel mondo intero è “Bella Ciao” (spettacolare la versione cinese). Di nuove canzoni e cantanti nemmeno l’ombra, basti pensare al trio Il volo, che ha trovato successo con un repertorio di canzoni vintage. Delude anche il comportamento dei vecchi talenti che non danno realmente aiuto alle nuove leve fornendo ispirazione, motivazione ed incoraggiamento ad essere creativi ai più giovani. Dopotutto questi sanno come fare per avere successo in tutto il mondo ed oggi la loro musica è più apprezzata che mai.

talenti
Nella foto Caterina Valente con Dean Martin.

Recentemente ho cercato di intervistare la oggi 89enne Caterina Valente, uno dei più grandi talenti della musica leggera italiana degli anni ’50, ’60 e ’70, famosa in tutto il mondo (parla sei lingue e canta in 11). Raggiunta nella sua casa a Lugano, tramite la sua casa discografica manda a dire, “sono più di 15 anni che la signora Valente si è ritirata dal mondo dello spettacolo e dalla vita pubblica, pertanto è categoricamente non disponibile per qualsiasi intervista”. Ho risposto che è un vero peccato perché oggi di talenti di quella portata e fama internazionale non se ne vedono più e visto che la musica le ha dato tanto successo, in nome della musica dovrebbe almeno concedersi come musa ispiratrice per i giovani.






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