venerdì 22 Novembre 2024
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Il terzo paradiso di Michelangelo Pistoletto opera a favore della sostenibilità ambientale

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L’onda verde europea, l’interesse per porre rimedio all’”emergenza climatica” ed a favore della sostenibilità ambientale, non sfonda in Italia, il Senato boccia l’emergenza mentre i giovani scendono in piazza per seguire il movimento #FridayforFuture. L’arte contemporanea decide di scendere in campo a Catania grazie alla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico, con un progetto, che fa parte delle iniziative del Festival dello Sviluppo Sostenibile di Avis, si avvale del Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e delle associazioni ambientaliste: Fondazione Cetacea, Cittadinanzattiva Sicilia, Italia Nostra Catania, Legambiente, Marevivo, WWF.  Hanno collaborato operatori e istituzioni del territorio, tra cui Guardia Costiera, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale Catania, Accademia di Belle Arti di Catania e il Media partner è Italiachecambia.

L’opera collettiva più famosa di Michelangelo Pistoletto è stata eseguita per la prima volta in mare e con rifiuti plastici nel porto di Catania: un’installazione di 30 metri per 12 allestita su di un pontone galleggiante di 800 mq., sulla Passeggiata del Molo Foraneo e realizzata dagli stessi cittadini, in prima fila dagli studenti e dai docenti della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania, che hanno raccolto la plastica dal mare come gesto di responsabilità pubblica per fronteggiare l’inquinamento del Mar Mediterraneo. Oltre 2000 kg. di plastica e ben oltre 500 ore di lavoro, illuminato di notte con energia solare.

Un happening corale di denuncia dell’emergenza ambientale, che porta la firma di uno degli artisti italiani viventi più apprezzati al mondo che non casualmente ha voluto Catania per realizzare la sua opera collettiva più nota.  Una scelta simbolica per un territorio che è in posizione strategica nel Mar Mediterraneo – tema già molto caro all’artista piemontese – e che è stato da sempre motore di civiltà e progresso, oltre che teatro di scambi di informazioni e transazioni commerciali e quindi, a detta del maestro, una grande internet ante litteram. Forte di questi valori da riscoprire, è proprio dal Mediterraneo minacciato dall’inquinamento e dal cambiamento climatico che può ripartire un monito e un messaggio di identità e speranza per tutto il Paese, in controtendenza con l’immagine spesso solo emergenziale che risalta nelle cronache legate ai flussi migratori incontrollati.

L’iniziativa è promossa da Fondazione OELLE-Mediterraneo Antico, che nella sensibilità della presidente Ornella Laneri, ha assunto dal 2017 la mission di valorizzare il patrimonio storico, culturale e ambientale del Mediterraneo attraverso l’arte, il recupero della memoria civica e la responsabilità sociale d’impresa.

L’opera si compone di tre cerchi che ricordano il segno dell’infinito in matematica, ma con un anello in più. “La sostenibilità ambientale si attua con il simbolo del Terzo Paradiso – ha commentato Michelangelo Pistoletto – Il Primo Paradiso è quello naturale, mentre il Secondo Paradiso, quello artificiale, è opera dell’uomo. Questo artificio, attraverso la prospettiva rinascimentale fino a oggi, ha portato allo sviluppo scientifico, ma anche allo sfruttamento della natura e al consumismo che ne è derivato, degradando e distruggendo questa natura. Adesso è arrivato il momento che la scienza si assuma la responsabilità di un progresso che ci riporti alla natura, in un nuovo equilibrio che possa determinare il terzo stadio necessario dell’umanità, cioè il Terzo Paradiso».

Il terzo paradiso
Il terzo paradiso

Con questa visione, il Terzo Paradiso è divenuto fin dalla sua presentazione alla Biennale di Venezia del 2015, un’opera partecipata. Centinaia di città del mondo lo hanno ospitato: dalla sede Onu a Ginevra, all’atrio della sede del Consiglio dell’Unione Europea durante il semestre di presidenza italiana; dall’entrata del Louvre fino all’isola di Cuba. 

“Le energie creative che hanno riempito lo spazio del porto, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania, i giovani della Scuola Media Svizzera e i liberi cittadini hanno interpretato con chiarezza la provocazione artistica di Pistoletto – ha dichiarato il direttore di Fondazione OELLE, Carmelo Nicosia – Il segno dell’infinito come propulsore di cambiamenti e dialogo tra culture, e la plastica forgiata a trasmettere colori e sensazioni e che assume le forme dell’arte, come immagine accattivante ma che può nascondere una “estetica” della tragedia”.

Michelangelo Pistoletto la plastica e il mare
Michelangelo Pistoletto la plastica e il mare

Il Terzo Paradiso resterà esposto al pubblico nel porto di Catania fino al 15 luglio come luogo di stimolo e riflessione sui temi della sostenibilità, per poi essere avviato a smaltimento e riciclo dagli operatori competenti per lo smaltimento dei rifiuti in porto. 

La plastica e il mare Pistoletto

Sempre nella città siciliana, l’artista Michelangelo Pistoletto e i valori della difesa dell’ambiente saranno celebrati anche attraverso un’ instant exhibition, in corso sino al 15 luglio alla fON Art Gallery della Fondazione Oelle Mediterraneo Antico, presso il Four Points by Sheraton Catania. La mostra è composta dagli studi e i bozzetti per l’allestimento dell’opera disegnati da Aldo Zucco, docente della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania; le fotografie del making of del Progetto (dalle giornate di raccolta della plastica organizzate insieme a Legambiente Sicilia alla realizzazione esecutiva del Terzo Paradiso da parte della Scuola Svizzera Catania e, soprattutto, degli studenti dell’Accademia) scattate da Ivan Terranova assistente volontario della Scuola di Fotografia e Video dell’Accademia, diretta da Carmelo Nicosia; due disegni di Michelangelo Pistoletto; e un video sul “Terzo Paradiso” nel mondo prodotto dalla Cittadellarte-Fondazione Pistoletto Onlus. All’artista l’Accademia di Belle Arti di Catania ha conferito la laurea honoris causa.

Impegnarsi per un mondo più sostenibile riguarda tutti noi e io stessa, come imprenditrice che ha sposato questa filosofia, mi interrogo ogni giorno su come posso fare di più e meglio –  ha dichiarato la presidente della Fondazione OELLE Mediterraneo antico, Ornella Laneri –  Come Fondazione abbiamo voluto questo Progetto con l’obiettivo di stimolare questa presa di coscienza, individuale e collettiva. Ma anche per contribuire a creare opportunità di sviluppo e nuove progettualità che restituiscano valore al territorio”.

Nel Mediterraneo si concentra il 7% della microplastica dispersa a livello globale, e secondo il Ministero dell’ambiente, i materiali plastici rappresentano l’85% dei rifiuti trovati in mare e lungo le coste, con oltre 8 milioni di tonnellate di plastica riversate ogni anno.

“Sono centinaia, pertanto, le comunità in tutto il mondo che portano il simbolo del Terzo Paradiso ad assumere la forma di installazioni, opere collettive, aperte, realizzate con modalità e materiali sempre diversi: gli eventi realizzati sono a oggi più di 900, con oltre tre milioni di persone coinvolte”. Ribadisce uno dei curatori, Cesare Biasini Selvaggi.

 “L’arte non ha mai smesso di partecipare alle avventure dell’umanità, accompagnando in ogni passaggio l’evoluzione della società“, scrive Michelangelo Pistoletto nel suo libro, Ominiteismo e Demopraxia. Manifesto per una rigenerazione della società, pubblicato nel 2017 da Chiarelettere

Michelangelo Pistoletto
Michelangelo Pistoletto

In un’ intervista su Wired.it di Paolo Armelli, l’artista piemontese esprime a chiare lettere il suo pensiero: “Oggi vediamo che l’innovazione attraverso la scienza è arrivata a risultati impensabili in passato. Ma questa capacità di creare il nuovo è anche una responsabilità più ampia, perché molte innovazioni stanno corrompendo e distruggendo i principi fondamentali della natura. Io credo che si debba ritrovare un rapporto equilibrato fra natura e tecnologica, su questo dobbiamo impegnarci molto. Perché ora abbiamo in mano capacità estreme che ci portano a superare il concetto di umano. Sono convinto che dobbiamo avere una gamba di Homo Sapiens e una di Homo Techno, e imparare a stare in piedi su queste due gambe. L’arte sta in mezzo, come dinamica di questo equilibrio”.

L’arte, quella di un grande artista come Pistoletto, stimola riflessioni e prova ad invertire la rotta su un problema fondamentale per il nostro futuro, cambiare la mentalità e ritrovare il giusto equilibrio con la natura è una perfetta opera d’arte, anzi sarebbe un vero capolavoro.






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