Di Mattia Baldi
Soli senza alcun aiuto, in una misera barca, contro le forze della natura e a volte contro la natura stessa: questa la storia di Santiago, protagonista del capolavoro di Hemingway “Il vecchio e il mare”. 27000 parole in cui è concentrata con estrema bravura una concezione di vita a tratti profondamente pessimista, e più che mai attuale.
Il vecchio è rimasto solo ed abbandonato al suo destino, nonostante ciò non si da per vinto e decide di intraprendere l’impresa di pescare un gigantesco marlin: sfiancante la lotta per portarlo a bordo e ancor di più la lotta vana per difenderlo dai predatori dell’oceano. Il pescatore al suo ritorno non porterà niente, né la tranquillità, né la gioia, né la consapevolezza della gloria; né troverà una ricompensa in sé stesso.
In questo periodo di divieti e privazioni si è innescata in noi una lotta per riavere quello che ci è stato tolto, una lotta ancor più pericolosa di quella di Santiago. La tecnologia ci evita il triste destino di rimanere da soli come il vecchio e ci permette di rimanere in contatto con il mondo, uniti nella lotta che conta, quella contro la monotonia e la voglia di uscire che ci assale in quanto giovani.
Una lotta che va combattuta con gli strumenti giusti, quali gli affetti familiari e la compagnia dei grandi maestri della scrittura. Da essi abbiamo molto da imparare, poiché come diceva Hemingway “Ora non è il momento di pensare a quel che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai”.
#iorestoacasaeleggo
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