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sabato 20 Aprile 2024
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Intervista a Sergio Bellucci – Coronavirus e crisi: cambiamento o transizione

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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Sergio Bellucci, grazie al Direttore di Moondo Giampaolo Sodano che ha rivolto allo scrittore, giornalista ed esperto nei processi di trasformazione digitale, domande riguardo alla crisi del funzionamento del sistema socio-economico che stiamo vivendo.

Partendo dal discorso economico per poi arrivare a quello dei media, Bellucci delinea un profilo non solo dell’Italia, ma dell’intero mondo che sta attraversando un periodo critico di Transizione, a fronte del quale deve prendere atto di dover intraprendere una serie di cambiamenti essenziali per la ripresa economica e sociale.

Alla notizia che la Germania ha deciso di stampare nuova moneta per scongiurare la crisi economica Bellucci risponde che “non si può rimettere in moto l’economia inondandola di risorse.” Il problema riguarda il sistema nel suo complesso e la crisi di transizione porta la fine di un modo di produrre valore e l’inizio di un modo tutto nuovo.

L’industria dei sensi è il primo esperimento di produzione del valore attraverso cose che non sono semplicemente materia. Dal capitalismo industriale classico in cui si investe denaro per produrre merci da rivendere per guadagnare più denaro, è nato un nuovo modello, ovvero: produrre denaro con il denaro per guadagnare altro denaro. Questi due meccanismi però sono andati in crisi perché non sono più sufficienti per il sistema andato in crash. E’ necessario quindi creare un meccanismo completamente diverso per produrre valore e l’industria dei sensi può contribuire a questo nuovo modello.

Una soluzione è una nuova idea di stato sociale, il welfare delle relazioni, ovvero l’utilizzo delle risorse pubbliche per produrre nuovo. Bellucci spiega che il welfare delle relazioni vuol dire valutare i soldi e investirli per innescare un meccanismo che possa creare del nuovo che a sua volta può soddisfare dei bisogni, questo comporta una nuova qualità della vita dove le relazioni tra gli umani diventano centrali.

Alla domanda del direttore Giampaolo Sodano riguardo al procedere incerto della classe dirigente, Bellucci risponde che il punto cruciale della politica è la mancanza di una visione del futuro, da qui l’evidente incertezza nel muoversi soprattutto in questi momenti critici. Il periodo di transizione che stiamo attraversando necessita di una classe dirigente che sappia indicare una strada. Si risente la mancanza di una leadership, una guida, non solo in Italia ma in tutto il mondo, che sia alla all’altezza e sia consapevole della crisi che stiamo vivendo.

“Il difetto della classe dirigente sta nel non riconoscere la complessità, ma ritiene che semplificando risolve i problemi, in realtà semplificando un problema complesso, la soluzione è sbagliando. A problemi complessi ci vogliono soluzioni complesse.”

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