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giovedì 25 Aprile 2024
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Intolleranza e stupidità a confronto con il COVID-19

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Il portavoce del sindaco di una piccola città italiana si lamenta di come anche i giornalisti abbiano perso il senso dell’imparzialità e alle conferenze stampa si azzuffino su posizioni politiche. Nel Veneto un imprenditore, seppur sofferente per colpa del COVID-19, va ad una festa e a un funerale. Nello stato del’Albama, negli Usa, un gruppo di giovani studenti universitari organizza una gara COVID-19 dove vince chi si infetta per primo. 

Evidentemente, oltre all’apparato respiratorio, il virus sta colpendo anche il cervello della gente, e se non lo invalidasse del tutto (come nel caso del veneto infetto e degli studenti dell’Alabama), lo rende di sicuro più intollerante. Ma mentre un cervello malato fa idiozie in modo costante, l’intolleranza si manifesta con l’esasperazione causata da un elevato numero di contatti con persone irresponsabili.

Succede a tutti, specialmente a chi osserva le regole, di arrabbiarsi (ma non serve diventare irascibili) notando persone che non indossano le mascherine e non praticano la distanza sociale. In questi casi si crea rabbia e sfiducia al pensiero che con questi tipi in giro non ci si libererà mai del virus.

La tensione nervosa repressa fa litigare tra famigliari e fa diventare petulanti durante gli appuntamenti di lavoro. Inoltre a volte, gli irresponsabili istigano la gente responsabile a reagire, come nel caso di chi entra nei negozi o sui mezzi pubblici senza mascherine. Spesso scoppiano veri e propri litigi che possono sfociare in violenza. Ma l’intolleranza si accumula non solo per via dell’irresponsabile di turno, bensì anche per colpa dei titolari di esercizi o degli addetti dei mezzi di trasporto che non fanno rispettare le regole. Dopotutto non è compito delle persone responsabili far da polizia agli irresponsabili. Da tener conto che l’irresponsabilità ha molte origini, oltre alla stupidità e all’ignoranza (elementi che si esternano nella spavalderia), ci sono motivi politici (sempre mal interpretati), tipo l’affermazione: “la Costituzione mi dà questa libertà” (d’infettare gli altri, si dovrebbe aggiungere); fattori religiosi (Dio protegge me, e non gli altri); fattori ideologici (varie teorie del complotto); e sociali (come forma di protesta).

Tutto ciò esisteva anche prima della pandemia, ma ora il virus ha liberato gli irresponsabili di qualsiasi inibizione. C’è anche da considerare la “herd mentality”. Secondo il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, il 95% dei newyorchesi segue le regole, ma si è osservato che anche i newyorchesi, quando sono ad eventi di gruppo, perdono il controllo individuale per via “dell’effetto gregge” o “comportamento della folla”.






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