Un’esperienza unica: 40.000 persone che ballano, cantano, si muovono sulla spiaggia di Viareggio in Darsena, dietro il famoso Muraglione alle spalle del Faro.
Dal primo pomeriggio un fiume umano attraversa la Pineta, la passeggiata e le strade della perla della Versilia, in bici, in macchina, in moto per ritrovarsi tutti insieme a piedi nudi sulla sabbia.
Un pubblico eterogeneo, bambini, adolescenti, giovani e diversamente giovani, tutti carichi di energia e di voglia di vivere, in costume, in abiti seri, in stile hawaiano e un po’ figli dei fiori. Il mare ad un passo che rinfresca dal sole torrido, si canta tra le onde e si balla sul bagnasciuga, è lui il coprotagonista dell’evento.
E’ tutto possibile, Jovanotti ci mette insieme e pacificamente crediamo tutti nella gioia di vivere per passare una giornata fuori dal mondo. Si è proprio possibile, il Peter Pan vestito da Capitan Uncino riesce a fare quello che non accade più negli stadi, nelle manifestazioni, nelle feste, in Tv riesce a renderci migliori e pacifici, a farci tollerare il diverso e l’originale.
Dal grande palco su cui vola il suo dirigibile inizia il grande spettacolo, al tramonto, parlando di ribelli, ha ragione oggi essere un ribelle è credere nell’emergenza climatica, è difendere il pianeta. La sua campagna per la salvaguardia del mare, per il plastic free è ovunque nel suo villaggio, a fine serata tutti impegnati dopo il suo appello a raccogliere i resti di un immenso happening, con la stessa libertà con cui si è consumato si ritorna seri e si rispetta la natura e la civiltà.
L’emozione di essere parte di un evento come questo è indescrivibile soprattutto pensando alla vita di tutti i giorni, alle nostre città, ai mali del mondo. Jovanotti ha scelto di far partecipare al Party dei testimonial d’eccezione come Luca Parmitano che impegnato in una missione aerospaziale storica, si unisce al coro di chi lancia segnali forti per l’emergenza climatica, lui che da lassù osserva il nostro pianeta che non riesce a fermare la corsa verso una lenta distruzione.
Con alle spalle il mare c’è anche Giovanni Soldini in video, un’icona vera per chi ama il mare e la navigazione, un eroe dei nostri tempi che anni fa fu anche protagonista di un salvataggio passato alla storia nell’Oceano Pacifico, non si può non credere al suo appello per salvare dalla plastica il mare, gli oceani. Si balla, si canta, si ride con ospiti d’eccezione come Panariello, padrone di casa in Versilia. Federico Zampaglione dei Tiromancino duetta con Jova, ricordando Lucio Dalla e per non perdere il focus, cantano “Come è profondo il mare”. Un omaggio anche all’allunaggio, alla Luna con un grande classico di Gianni Togni.
Per fortuna poche transenne e molta libertà, a riprova che quando le persone si rendono responsabili non c’è bisogno di barriere, di settori, di divisioni, di ostacoli e di muri, ma solo di civile convivenza. “Poi ci rialziamo” è un ritornello che suona per più di cinque minuti e sembra essere un messaggio di speranza per tutti, tutti quelli che almeno una volta sono caduti.
Siamo tutti Jova oggi, siamo tutti uguali, tutti pronti a tenderci la mano e a ballare insieme, siamo tutti colorati, stravaganti, normali, siamo tutti umani. Jovanotti sin dal primo pomeriggio carica la folla, balla vestito da pirata, sposa una coppia di Albenga vestito da Capitano buono, e poi dal palco gigantesco rappa, canta, balla, suona e mixa, un concentrato di voglia di vivere esplosiva e contagiosa, classici della discomusic, Freddy Mercury, funk, samba, sirtaki, musica millennial, e i suoi grandi classici.
“L’ombelico del mondo” è un unico canto, un’unica voce sotto il cielo di Viareggio e forse abbiamo creduto tutti nello stesso istante di essere proprio lì. E’ un ragazzo fortunato e lo ammette sotto i riflettori e quando canta: “Sono un ragazzo fortunato perché m’hanno regalato un sogno”, condividiamo tutti l’entusiasmo e il sogno. E’ trascinante, coinvolgente, un moto perpetuo su un palco immenso, salta e risalta, scherza con Saturnino, suo alter ego da sempre, poi si toglie uno dei suoi mille cappelli, che lo resero celebre ad inizio carriera e intona “ A Te”, brividi per un canto d’amore, una poesia, una dichiarazione intensa e sentita, guardando verso le quinte verso le donne della sua vita che lo accompagnano in questo viaggio sensazionale.
Il mare, il Mediterraneo, lui l’elemento che caratterizza il Beach Party, che ritorna spesso nei discorsi delle pause senza musica, che lui stesso definisce “un mare che accoglie”. Siamo tutti lì, questa volta immobili, seri, il cielo e le stelle sopra di noi, il mare al nostro fianco e Lorenzo ci parla come parla a sua figlia: “il mare unisce non separa”, lo ripete molte volte, il mare che mette in comunicazione, il mare che aiuta a far circolare i popoli e le civiltà. Mentre si muove sul palco lancia un appello a chi oggi si fa ingannare e si fa prendere in giro a chi crede in messaggi che tendono a separarci.
Dopo 8 ore di gioia pura, dopo 8 ore in cui il mondo era fuori le mura del Jova Beach Party, dopo ore di energia si ritorna verso casa, sentendosi fortunati come Lorenzo, fortunati di aver partecipato ad una festa infinita, riflettendo e al tempo stesso divertendosi, ore in cui si è creduto in un mondo migliore reale, concreto, una possibilità vera di fare qualcosa per noi, per il futuro, per le generazioni che verranno, con leggerezza, con il sorriso.
Jova ha cantato la luna, io direi che è il sole, quel sole che scalda e da la vita, che colora e da energia, che ama il mare e gli dona mille riflessi. E aggiungerei: “Io penso positivo, ma non vuol dire che non ci vedo. Io penso positivo in quanto credo. Non credo nelle divise. Né tanto meno negli abiti sacri che più di una volta furono pronti a benedir massacri. Non credo ai fraterni abbracci che si confondono con le catene. Io credo soltanto che tra il male e il bene è più forte il bene”.