Di Ilaria Iuliano
“In un mondo che
Prigioniero è
Respiriamo liberi, io e te“.
Sono le 2.00 di notte, insonnia e paura sono sovrani. Indosso le cuffie e mentre ascolto, chiudo gli occhi… mi sento libera. “Si apre l’immensità” di pensieri intorno a me. Avverto la necessità di fantasticare, evadere dalla realtà raccapricciante e sprofondo nell’immaginazione.
In un mondo che è prigioniero, pervaso da un virus fatale, in un mondo che soffoca la libertà dell’uomo, in un mondo che vieta l’amore, in un mondo distratto e silenzioso il mio canto libero vola, percorre le vie tristi della mia anima e le colora.
I fiori appassiti germogliano, il sole splende tra “boschi abbandonati”, trasforma “rose selvatiche” in un campo di girasoli. Risveglia il mondo da questo momentaneo assopimento. Il mio canto libero è la melodia del cuore che vivifica e riconosce la bellezza, quella vera. Mi perdo nella musica, volteggio fra le note di Battisti che scandiscono il battito del mio cuore;
ammiro la notte stellata di Van Gogh, corro tra i papaveri di Monet, mi perdo nella piazza rossa di Kandisky e sono felice.
Mi arrampico sugli alberi d’Ombrosa con Cosimo di Rondò, sogno con Don Chisciotte, viaggio con Mattia Pascal e atterro su un asteroide lontano con il Piccolo Principe prendendomi cura di una rosa. Affogo nell’infinito respirando spensieratezza.
Il mio canto libero è rinascita, è pura emozione che infonde benessere all’anima. Il mio canto libero è un inno alla libertà incondizionata attraverso l’amore per l’arte.
Dalla rubrica Diario di una quarantena:
