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martedì 23 Aprile 2024
Lettera daLettera da MilanoLa "non" Festa dei Lavoratori

La “non” Festa dei Lavoratori

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Primo maggio chi ha il lavoro… lavora!

So che qualcuno avrà da dire, ma diciamoci la verità, il primo maggio non è più come una volta! E’ come un vecchio divano al quale non si cambia il tessuto e si lascia lì!
Intanto questa festa nata per difendere i diritti dei lavoratori e sono d’accordo, aveva un senso quando il lavoro c’era e non si rispettavano; partita dall’America nel 1867, poi con tutte le vicende storiche annesse, arrivò in Italia solo dopo due anni. In seguito diventa anche un’occasione per fazioni politiche di ogni tipo, fino a giungere al 1990 con l’istituzione del concertone a Roma ideato dai sindacati insieme al comune e rivolto soprattutto ai giovani. Io non mi voglio addentrare nella storia e neanche ‘sindacare’ il significato storico, ma comprendere che anche questa ricorrenza è cambiata. Intanto è più un giorno di festa per chi il lavoro l’ha! Infatti, girando la città, non era per niente deserta o con tutto off, giusto il tribunale di Milano, sì quello era chiuso, si sa che lì lavoro non manca e un giorno di riposo serve!

Moltissimi invece stavano alla propria postazione e pure contenti di farlo! Magazzini, supermercati, bar, ristoranti, le vie del lusso con negozi aperti, gelaterie con code, e chi ad esempio, il lavoro se lo inventa: spremute doc d’arancia bikestreetjuice posteggiati con il loro carretto-bike tra via Manzoni, via Monte Napoleone e Armani. Ci sono stati manifestazioni e scontri in tutto il mondo, a Parigi molto violente, cortei diversi in tutta Italia. Degni di novità e forse anche di serie motivazioni, (non che altri non ne abbiano) i raider milanesi, che hanno organizzato un presidio, sotto la sede del Glovo Italia, in viale Monza, tra fumogeni e striscioni con le loro borse, con cui consegnano il cibo a domicilio. Io stessa mentre giravo la città li vedevo sfrecciare per consegnare il pranzo.

Quello che voglio dire è che la situazione è sempre più precaria, e mancante riguardo al lavoro, e ieri parlando alla commessa, al cassiere o ai ragazzi felici di fare spremute e a chi stava lavorando, li ho trovati contenti, gentili, perché loro hanno il lavoro! Una volta, se non ricordo male, ero piccola, nessuno voleva andare al lavoro il primo maggio, sarebbe stato un crumiro, come quando volevi entrare a scuola durante le occupazioni; nel tempo tutto si è modificato: resta la lotta con i padroni che ora si chiama manager, e quella per i diritti uguali per tutti e il no allo sfruttamento, ma direi che le proporzioni sono cambiate sono più i non lavoratori e di ogni età nessuna esclusa!






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