Lavorare, produrre, non può voler dire solo tendere al conseguimento di un risultato economico positivo: pur necessario, esso non può essere il solo obiettivo di un’impresa artigiana che tende ad esaltare i valori dell’uomo, la sua capacità creativa, il suo contributo all’affermazione dei fini del gruppo sociale in cui vive ed opera.
Responsabilità sociale vuol dire esaltazione del parametro di socialità dell’artigiano, testimone ed erede della tradizione del gruppo sociale ed insieme uno dei promotori del suo sviluppo umano, sociale ed economico. Di qui la responsabilità dell’impresa artigiana.
- Responsabilità dell’impresa, quanto alla sua esistenza, come strumento di reddito e sviluppo economico;
- Responsabilità dell’impresa verso il gruppo sociale quanto a trasferimento nel tempo dei suoi valori, tradizioni ed esperienza;
- Responsabilità dell’impresa nei confronti dei destinatari, di ciò che produce nel rispetto della persona, dell’ambiente, della coesione sociale;
- Responsabilità dell’impresa nei confronti delle istituzioni (trasparenza, osservanza delle leggi, rifiuto di pratiche illegittime).
- Responsabilità dell’impresa artigianale del cibo nei confronti della salute dei cittadini.
Una delle novità più importanti a proposito della tutela della salute è il passaggio dalla cura degli stati morbosi alla loro prevenzione. Non si tratta più solo di curare la malattia ma di creare le condizioni idonee affinché essa si presenti con minore frequenza e possa essere più agevolmente curata mobilitando tutte le difese immunitarie.
Ciò, a proposito del cibo, significa che non basta più proporsi l’obiettivo che esso non sia dannoso per la salute, ma quello che giovi ad essa. Il cibo artigianale può e deve avere questa caratteristica, che significa usare materie prime, processi di lavorazione, modalità di conservazione tali che il prodotto finale sia giovevole alla salute del consumatore, garantito in tal senso da adeguate certificazioni di tutte le fasi della filiera.
Artigiani del cibo per difendere il cibo artigianale, che vuol dire difesa della cultura, delle tradizioni, della storia del nostro Paese che si esprimono anche nella cucina, espressione della cultura in senso materiale di un popolo. Una nuova legislazione per un mercato trasparente di prodotti alimentari sani, è il contributo che possiamo dare per un Paese diverso, per un’Italia migliore.