Il 24 ottobre a Sulaymaniyah è stata inaugurata presso lo “Slemani Museum” la nuova sala espositiva (King Narseh Gallery) dedicata alle sculture del sovrano sasanide Narseh (fine III sec. D.C) provenienti dal sito di Paikuli.
La nuova sede espositiva è stata realizzata nell’ambito delle attività della Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno (MAIKI) che è uno dei prestigiosi, Grandi Scavi della Sapienza – Università di Roma. La missione è diretta dal Prof. Carlo G. Cereti del Dipartimento di Scienze dell’Antichità, l’iniziativa può contare sul supporto del Sulaymaniyah Directorate of Antiquities, Slemani Museum, e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo.
La nuova sala rappresenta il coronamento della più che decennale collaborazione tra istituzioni locali ed esperti italiani, completando un percorso museale che, grazie all’impegno della Sapienza e dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, vide nel giugno 2019 l’allestimento di una prima sala “Paikuli Gallery” dedicata all’iscrizione di Narseh.
Alla cerimonia di inaugurazione, hanno partecipato il Console italiano ad Erbil, Michele Camerota, il Governatore e numerosi rappresentanti delle istituzioni del KRG (Kurdistan Region Government), tutto il gruppo di archeologi, filologi, storici della Sapienza – Università di Roma.
“La nostra missione prevede scavi archeologici – spiega il capo missione Cereti -, studio del territorio, delle fonti, delle iscrizioni, musealizzazione di reperti, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale. Una missione iniziata nel 2006, fummo tra i primi ad arrivare in Kurdistan e a credere che si potesse realizzare una collaborazione ed uno scambio tra l’Italia e il l’Iraq. La nostra missione continua e prevede anche pubblicazioni che racconteranno il lavoro di questi anni e continueremo a lavorare nell’area sul panorama sasanide, periodo che va dall’inizio del III alla metà del VII sec. d.C.”.
Una collaborazione umana e scientifica intensa, un’amicizia profonda tra il team italiano e il team iracheno, prova concreta che la diplomazia della cultura, concetto espresso anche dal Console Michele Camerota, nel suo discorso, premia sempre.
In un paese dove l’instabilità è sempre dietro l’angolo, la cultura puo’ davvero rappresentare il collante di tutto. La sinergia tra università, ricerca, cooperazione e esteri è la giusta ricetta per realizzare grandi cose e per creare anche attraverso il soft power stabilità, consapevolezza di un area che alla perenne ricerca di stabilità e pace.