giovedì 21 Novembre 2024
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Quando il primo non basta: i sequel e il cinema

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Il fenomeno dei sequel non è certamente una novità di questi ultimi anni. Fra film, libri e videogiochi i seguiti coinvolgono praticamente ogni media. Per quanto a un primo sguardo possa sembrare un fenomeno abbastanza semplice, inteso come dare un seguito a una qualche opera, approfondendo il discorso emerge invece la complessità dello stesso, già a partire dalla definizione.

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Concentrandosi proprio su questa, la prima cosa da notare è come sia facile confondersi fra le varie operazioni che possono compiersi su un’opera. Mai come in questi ultimi anni infatti si assiste a un fiorire di reboot, sequel e remake, ognuno dei quali con un significato molto diverso. Laddove un remake indica un’operazione di aggiornamento tecnico mantenendosi il più fedeli possibile all’opera originale (come la recente Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, oppure Ocean’s Eleven), un reboot incide in maniera più profonda sull’opera originale: il significato letterale, “riavviare”, indica che si tratta di una totale ripartenza (è questo il caso delle ultime avventure di Lara Croft, ripartite nel 2013 con Tomb Raider), spesso stravolgendo i contenuti originali. Collocandosi in maniera differente anche nei confronti del concetto di saga, dove questa identifica un insieme di “capitoli” già pensato come più opere separate ma collegate da un medesimo disegno, il fenomeno dei sequel ha investito con particolare forza il mondo del cinema, e non sempre in maniera positiva. Tuttavia, per quanto comunemente visti come manovre per spremere fino all’ultimo un determinato franchise, non sono stati pochi i casi nei quali i secondi capitoli abbiano nuovamente emozionato i fan, che in alcuni casi ancora aspettano un nuovo appuntamento delle loro storie.

Come esempio di film vincenti si possono citare, probabilmente in coppia, Spider-Man 2 (2004) e Il cavaliere oscuro (2008). In entrambi i casi, il precedente capitolo doveva necessariamente concentrarsi sulle origini del protagonista, dovendo quindi fare i conti con quest’esigenza. Nei due seguiti, le pellicole hanno il merito di alzare grandemente il livello, sia grazie a una buona trama che alla scelta di inserire due villain iconici (rispettivamente, Doc Ock e Joker) interpretati da due ottimi attori: a dimostrazione del fatto che un sequel può essere un’ottima idea, quando sorretto da un buon lavoro.

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Che i secondi capitoli non siano il male assoluto è dimostrato anche dal fatto che esistono diversi film ancora senza un seguito, con grande aspettativa da parte dei fan. Tra questi, va sicuramente citato Rounders, pellicola del 1988 con Matt Damon. Quest’ultimo, insieme al coprotagonista Edward Norton, ha rivelato di immaginare una possibile trama del seguito, per quanto l’impresa sia sicuramente non delle più semplici. Un caso particolare è rappresentato da The mask (1994), che ha effettivamente avuto un seguito in una pellicola che i fan si augurano possa essere cancellata da un eventuale The mask 2, dove il protagonista possa nuovamente essere interpretato da Jim Carrey. Probabilmente non è un caso che i film dei quali più si attende un sequel siano risalenti agli anni ‘80/’90, che hanno regalato pellicole diventate dei veri e propri cult. Tra queste, proprio nel corso di quest’anno sono attesi i seguiti di Top Gun (1986) e Ghostbusters (1984). Di questo già nel 1989 si è avuto un seguito, insieme a un reboot al femminile nel 2016: l’appuntamento con gli acchiappafantasmi, che dovrebbe essere per quest’estate, sarà un’ottima occasione per sperimentare gli effetti del passaggio del tempo sulle aspettative degli appassionati. 

Infine, molto più numerosi sono gli esempi di sequel che hanno avuto come unico risultato quello di limitarsi a sfruttare il brand e, di conseguenza, allontanare gli appassionati. Per quanto si tratti più di una saga che di un vero e proprio sequel, l’ultima trilogia di Star Wars (2015/2017/2019) sembra ricadere proprio in quest’ultimo caso, avendo sollevato un vero e proprio scontro nella sua fan base. Altri franchise come Pirati dei Caraibi, Lo Squalo o Rambo sono stati compromessi da seguiti non all’altezza dei primi capitoli, irritando gli appassionati e venendo ricordati come dei veri e propri flop. Un ambiente particolarmente complicato sembra essere quello dei film d’animazione: sono innumerevoli gli esempi in cui, tentando di bissare i successi del primo capitolo, si è all’opposto finiti per pagare la mancanza di originalità.

Ciononostante, stando a quello che vedremo al cinema nei prossimi giorni e nel corso dell’anno appena iniziato, sembra che la fame di sequel degli appassionati sia veramente inesauribile.

Articolo redatto in collaborazione con Fabio Contissa






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