Ogni tanto tornano Di Battista e la Carfagna di cui durante l’assenza nessuno si ricorda più. È come se non fossero mai esistiti. Proprio come Garibaldi, che credeva di avere unificato l’Italia con l’incontro a Teano. Anche lui, non apparendo più in TV lo avevamo dimenticato. Nel lombardo veneto si interrompe la quarantena e De Luca chiude le frontiere del Regno delle due Sicilie. Ma non erano abolite in Europa? Per fare dispetto al governo la Santelli disconosce il virus. È una guerra di secessione. Come le Olimpiadi, nel 2021 sono sospese pure le celebrazioni per il 160° dell’Unità d’Italia.
Al primo week–end della cosiddetta “fase 2” si sono aperte le gabbie e qualcuno ha creduto di essere libero
C’era una forte crisi d’astinenza. Gli esseri umani sono usciti solo per lavoro o motivi urgenti e con cautela, mascherine e guanti, rispettando le distanze di sicurezza. Chi, invece, è guidato dall’istinto, non può capire che si rischia la vita e si insidia quella degli altri, soprattutto di genitori e nonni. Perché il sindaco si arrabbia? Come si fa per due mesi senza la biada dell’aperitivo? Un richiamo irresistibile ai Navigli. Si stenta a credere che un tempo eravamo un popolo di eroi, poeti, santi e navigatori. Poi, assieme a democrazia e libertà, è arrivato il benessere e siamo diventati un gregge.
Chi credono di essere queste donne che vogliono sempre apparire?
Qui il virus fu isolato allo Spallanzani da tre virologhe. L’Italia rimase a bocca aperta incredula per lo stupore. Davvero? Com’è possibile tre donne! Una addirittura precaria. E gli uomini dov’erano? Sono molte anche le ricercatrici alle prese col vaccino che ora sembra vicino. Eppure nel Comitato tecnico scientifico, che assiste il governo nell’epidemia, non ce ne sono. Su venti membri, nemmeno una. È giusto che nelle massime strutture sanitarie ci siano solo uomini. Non le hanno dimenticate. È che questa società sta finendo in mano alle donne, più brave di noi. Meglio dargli una lezione.
Sono ormai lontani e dimenticati i tempi in cui Bartali passava la borraccia a Coppi
Nessuno possiede la nostra storia né i gloriosi personaggi che hanno contribuito alla crescita dell’umanità dall’arte alla letteratura, dalla scienza allo sport. Persino nella politica, quand’eravamo leader in Europa. Anche oggi, alle prese con un virus terribile e sconosciuto, siamo di guida a paesi più ricchi e potenti che ci ammirano. Perché l’altra metà degli italiani non si adegua alla grandezza che ci caratterizza? Aiutiamo chi è al timone in questo momento di particolare difficoltà, quando è più opportuno essere solidali che polemici. Solo essendo leali avremo l’orgoglio di sentirci italiani.
Gli aiuti comunitari sulla crisi economica causata dalla pandemia non sono legittimi secondo le toghe tedesche
I sovranisti non hanno più bisogno di dare spallate all’UE. Ci penserà la Germania a farla crollare o chiederà qualcosa di grosso in cambio. Le operazioni subdole sono sempre precedute da un alone di cattivo gusto, che, infatti, si sentiva da un po’ di tempo nell’aria. Quale momento più inadeguato dell’emergenza Coronavirus per accrescere i gravi problemi dell’Europa. Per dare una parvenza di costituzionalità a un problema politico, è intervenuta l’alta corte per imporre la malevolenza di bloccare il contributo della Bundesbank alla BCE. Finalmente i tedeschi mostrano l’istinto naturale. Il
Si perseguitavano i trasgressori della quarantena come pericolosi criminali, e i criminali come semplici trasgressori
Se non uccidesse tanta gente, questo maledetto Coronavirus sarebbe provvidenziale per risolvere problemi sociali che sembravano irrisolvibili. Ci voleva la pandemia per vedere finalmente per le strade la polizia, che sembrava scomparsa. Gli spacciatori erano padroni dei quartieri della movida. Si vendeva cocaina come un tempo sigarette del monopolio. Fino a ieri pattuglie e volanti pullulavano di giorno e di notte a migliaia, ovunque. Dove si nascondevano agenti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani? Dobbiamo sperare che il contagio continui per avere più sicurezza nelle città?
Se ci teneva tanto all’incarico di direttore delle carceri, perché non ha accettato subito la proposta del ministro?
Non ho molta stima di Bonafede, ma una grande simpatia per le origini comuni. Lui di Mazara, io di Marsala. A suo merito considero la scelta oculata del professorino di diritto divenuto premier di successo. Non ho difficoltà, però, a credergli quando cade dalle nuvole per un’accusa infamante mossagli, senza prova, in un talkshow di parte, non in una sede istituzionale. Se colluso con la mafia, come mai il magistrato non prese già due anni fa un’iniziativa giudiziaria? Il ministro ha spiegato alla Camera. Oggi, però, dovrebbe lasciare l’incarico per ricercare i tanti criminali in libera uscita.