martedì 19 Novembre 2024
Idea-AzioneSalvini, Di Maio e gli altri: lettera ad un amico

Salvini, Di Maio e gli altri: lettera ad un amico

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Caro amico,

mi chiedi, tu che vivi da molti anni in Svezia, di descrivere quanto sta avvenendo in questi ultimi tempi nel nostro paese, visto che le notizie che ti giungono dagli amici che hai conservato in Italia ti appaiono piuttosto contraddittorie: ci provo ma sinceramente non so se ci riesco.

Le vicende politiche italiane sono state sempre molto complesse e raramente hanno obbedito alle regole classiche della democrazia: Roma non è Stoccolma, dove l’edificio del Parlamento, in splendida posizione, moderno ed al tempo stesso tradizionale, esprime bene le connotazioni di uno stato democratico con una sola camera, un Re che non governa ed un efficiente sistema di autonomie. L’Italia è lontana, molto lontana, e ti consiglio di spiegarlo bene ai tuoi figli in modo che, se decideranno di tornare in Italia, abbiano poche sorprese.

Movimento 5 Stelle e Lega, nelle elezioni politiche del marzo scorso hanno abilmente intercettato il malessere sociale ed economico di almeno due italiani su tre: lunga, troppo lunga, crisi economica; insufficienza dell’azione dei governi succedutosi nel tempo per fronteggiarla (dal tecnicismo del governo Monti all’inerzia del governo Letta, al velleitarismo di quello Renzi ed al lungo sonno di quello presieduto da Gentiloni); scomparsa dei corpi intermedi (partiti, sindacati “robusti”) capaci di operare una mediazione tra stato e società; spazio crescente della corruzione dentro e fuori la Pubblica Amministrazione sono tra le cause di quel malessere insieme con la atavica paura del diverso che ha visto nei migranti l’unica se non esclusiva ragione dell’aumentata insicurezza di beni e persone.

I 5 Stelle hanno intercettato il malessere economico dei meno abbienti, la Lega quello della piccola e media borghesia: hanno fatto incetta di voti all’insegna del “tutti contro tutti”, senza alcun programma politico che andasse oltre l’adozione di misure richiesta dai rispettive elettorati. Hanno stipulato uno strano “contratto” (così definito perchè fosse chiaro che ciascuno dei contraenti confermava la propria identità politica) e governano con una maggioranza ferrea, che non ammette defezioni, dopo essersi assicurato la presidenza di entrambi i rami del parlamento, chiamando i presidenti a garantire quel patto.

Esaurita la prima fase (reddito di cittadinanza, revisione del sistema pensionistico, misure per il blocco dell’immigrazione, conquista di tutte le posizioni di responsabilità pubblica, dalla Consob all’Inps, dall’Istat alla Cassa Depositi e Prestiti ed assediate quelle più difficili da scalare come Banca d’Italia), per procedere oltre è parso necessario modificare la costituzione del 1948, in modo da assicurare il cambiamento non solo delle strutture economiche ma anche dei principi e dei valori fondanti dell’ordinamento, ad iniziare dalla rappresentanza politica, principio su cui si basa da secoli in Europa e fuori la democrazia parlamentare, per una democrazia referendaria, che significa poi affidare le scelte politiche di un paese di 60 milioni di abitanti a circa 100 mila persone che pigiano sui tasti di un computer (vedi il caso “Salvini-Diciotti” in cui la libera decisione dei senatori pentastellati è stata sostituita da circa 60 mila persone che con il loro voto hanno risposto ad un quesito che nemmeno i proponenti, Grillo per primo, riuscivano a decifrare completamente), vincolandone la libera scelta.

Si è arrivati così all’approvazione in prima lettura alla camera dei deputati del disegno di legge che introduce il referendum consultivo, costruendo una alternativa “popolare” ad un parlamento liberamente eletto. Si tratta, ora che i pentastellati hanno segnato un primo gol sul piano istituzionale, di consentire alla Lega di fare altrettanto approvando la concessione di più larghe autonomie a due regioni dell’Italia settentrionale (Lombardia e Veneto), cui si è aggiunta l’Emilia Romagna. E’ da ricordare che nelle prime due la Lega ha guadagnato in nome dell’autonomia la Presidenza della Regione ed è bene sottolineare che anche questo disegno nasce contro il Parlamento al quale, ad autonomie differenziate concesse, verrebbero sottratti i poteri loro trasferiti. Quando si tratta di tagliare fette della democrazie rappresentative 5 Stelle e Lega sono assolutamente d’accordo.

Se guardiamo al futuro dobbiamo constatare che i 5 Stelle sono ad un bivio: se si oppongono alla autonomia differenziata è possibile che perdano circa un terzo dei loro voti, con la quasi certezza di vedere conclusa la loro esperienza di partito di governo. Se invece acconsentono alle richieste della Lega, corrono il rischio di perdere molti voti nelle regioni meridionali, loro roccaforte. Le conseguenze sarebbero le stesse, cosa faranno? C’è chi sostiene che per i pentastellati l’unica strada percorribile sia quella di far finta di niente e proseguire nell’esperienza di governo in attesa di fatti nuovi, come potrebbe essere un nuovo assetto europeo che vedesse diminuire la pressione dell’UE per un movimento della politica economica italiana. O addirittura fidando sul fatto che dopo le elezioni europee non vi saranno più tornate elettorali tanto in avanti da poter determinare conseguenze sulla tenuta del governo (elezioni in Piemonte e Veneto per il rinnovo dei consigli regionali).

Inizia ad emergere un certo scetticismo sulla possibilità che la crisi economica spinga il governo alle dimissioni, per essere sostituito da un governo tecnico (ad esempio presieduto da Draghi), non è invece da escludersi che sia questo stesso governo ad assumere misure economiche draconiane (IVA, imposta patrimoniale), certo della tenuta, per le ragioni indicate, della sua maggioranza. Lo scopo ultimo, nemmeno tanto celato, è arrivare al 2022 con questo parlamento, si tratterà allora di eleggere il Presidente della Repubblica e con un presidente gialloverde il gioco sarà completato e Mussolini si stropiccerà le mani nella tomba.

Questo spiega perchè si sia accentuata la pressione per spaccare il Movimento 5 Stelle in due tronconi, con uno dei quali sarebbe possibile realizzare una collaborazione per un governo di centro sinistra. Per ora sono solo chiacchiere: come ti avevo promesso la situazione è molto complessa ed altrettanto difficile fare previsioni sulla sua evoluzione. Ti farò sapere le novità.

Cordiali saluti, Mario.






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