Di Giusy Marrazzo
Uno dei miei più grandi limiti? Non riesco ad appassionarmi alla lettura che richiede impegno continuo, o meglio, non ho mai voluto impiegarci il mio tempo. Ho sempre preferito leggere qualche articolo qua e là, limitarmi a sfogliare il quotidiano e cercare frettolosamente di essere aggiornata sulle vicende del “pianeta”.
Tuttavia in questo ultimo periodo sciocchezze varie, false informazioni e stupide polemiche da parte di chi non fa altro che cercare approvazioni e consensi, mi hanno indotto a rivolgere la mia attenzione a qualcosa di più profondo, coerente e magico: magico, si! Avevo proprio bisogno di qualcosa che riuscisse a catapultarmi in un mondo parallelo, di qualcosa che, nonostante fosse frutto di qualche mente geniale, attirasse la mia attenzione “normale” distaccandola da una realtà che comincia a starmi stretta!
E così rovistando nella libreria di mio nonno, ricca di ogni genere di libri, ho scelto quello che aveva la copertina più attraente e l’ho messo sul comodino affianco al letto. Di giorno dicevo che l’avrei cominciato a leggere di sera ma quando mi mettevo a letto, fissavo il libro come se aspettassi che si aprisse e si leggesse da solo, finché mi arrabbio con me stessa e arrivo persino a farmi una bella ramanzina: “come puoi non avere un minimo di curiosità?! Insomma sono libri che nonno amava e, visto che lo stimavi, dovresti almeno essere convinta del fatto che vale la pena quanto meno di aprirlo!” dico a me stessa!
Amo le competizioni e se qualcuno mi istiga, non ce n’è per nessuno (anche se quel qualcuno è il mio alter ego)! Apro il libro, leggo una pagina, poi la seconda, la terza, la quarta e… “ops, sono due ore e mezzo che leggo, come ho fatto a non accorgermene?!”.
Il libro in questione, “On The Road”, manifesto della Beat Generation e inno per eccellenza alla libertà. Nonostante richieda impegno e concentrazione la storia mi prende, racconta dello stile di vita che ognuno di noi in questo periodo così buio amerebbe condurre, perché, diciamoci la verità, tutti ora avremmo bisogno di un Jack Kerouac che ci urlasse “non so dove, ma dobbiamo andare”.
Ecco! Con un calcio alla pigrizia ho sfondato uno dei miei più grandi limiti e ho scoperto un mondo sconfinato fuori dall’ordinario che però, allo stesso tempo, ti fa comprendere meglio la realtà e sostiene il cuore perché l’adrenalina che un libro inietta è linfa per le emozioni e per i sentimenti. Nonostante non sia ANCORA arrivata al termine del libro, sono orgogliosa di me stessa perché non ci avrei mai scommesso su una me con un libro in mano per più di cinque minuti.
Inoltre già in poco tempo ho potuto constatare che la lettura porta ad una consapevolezza diversa di se stessi, porta a profonde riflessioni sul mondo, sul sociale e sugli aspetti da poter migliorare. Ma soprattutto la lettura porta all’esplorazione di noi stessi: non lo sapevo mica che una scena romantica mi avrebbe illuminato gli occhi!
E allora, brindiamo ai limiti ma soprattutto alle buone occasioni per sfondarli, perché se il covid-19 ha tentato di portare via la speranza nel futuro, spereremo più forte nel presente con un costante miglioramento di noi stessi!
#iorestoacasaeleggo
Dalla rubrica “Diario di una quarantena”