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venerdì 26 Aprile 2024
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Un letto solo per dormire

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Siamo in piena rivoluzione sessuale! Un’altra non quella del ’68/’70 questa è orientata alla fine del sesso (almeno come lo conosciamo) e non all’amore libero che fu una conquista sociale. I ragazzi allora non erano spinti da una filosofia ma dal sesso: durante le occupazioni si scopava come mai era successo in passato!

Forse a questo si è ispirato l’architetto designer Fabio Novembre, nella sua installazione alla Statale di Milano Human Space, in occasione della settimana più fashion della fashion-week. Settimana che batte la moda 2-1 per affluenza di vip, attrici e star quasi tutte fotografate su divani o letti! Once Upon a Time il suo letto, democratico, di ben 21 metri di lunghezza e 1,6 di larghezza che si chiama PERDORMIRE, pronto ad accogliere i sogni di ciascuno (solo quelli a mio dire) ispirandosi alle favole: “C’era una volta …” Ed io aggiungerei: “C’era una volta il sesso!”

PERDORMIRE
PERDORMIRE

Il rosso è l’unica cosa rimasta come simbolo dell’amore, un letto così ha in sé la contraddizione del nostro tempo ed è ciò che stiamo vivendo: ricercare l’aggregazione nell’intimità e non sul social, ma nello steso tempo, la solitudine di trovarsi in un letto comodo elegante fin che vuoi, ma soli anche solo per la grandezza, ormai della media dei letti, figuriamoci in 21metri!

Io ne ho uno di due metri x due e dieci e mi sento solissima! Il sesso ormai è ovunque, ma fuori dal letto, rimane solo per antichi e nostalgici abitudinari, le nuove generazioni, oltre a non dover render conto a nessuno della loro sessualità, non hanno più il concetto della riproduzione ma della consumazione oltre all’esibizione.

Il sesso senza corpo, il sesso e legami a colpi di link, interconnessi ovunque e con chiunque; dalle altre persone che non provano stimoli sessuali, sono in incremento dai single, a coppie (etero e non) che convivono in silenzioso accordo. La mia è una provocazione, il sesso ci sarà sempre ma non con le stesse modalità di un tempo, l’età per farlo si è allungata ci saranno i robot, dopo le bambole super gonfiabili; negli ultimi cinquant’anni c’è stata una sovrapproduzione sessuale, sia d’immagine sia di prodotti per il sesso, se pensiamo che l’industria del sesso virtuale è la più ricca del pianeta! Pratiche che una volta erano considerate quasi torture, fatte di nascosto e per pochi definiti ‘insoliti’ i BDSM acronimo di “Bondage Dominance Sado Masochism”, ora “sdoganate” e lecite dopo la trilogia “Cinquanta sfumature”.

Si perde il sesso come aggregazione, acquisendone l’idea che fa felici! Gli orgasmi (delle donne) sono molto seguiti dall’industria con attenzione, che ne promuove il trend con ultime invenzioni come il vibratore rabbit (non conosco, ma il nome può dare unidea) o i filler sul punto G in chirurgia plastica.

A che serve il romanticismo quando c’è Tinder? Anche il sesso non vuole più responsabilità, d’altronde chi le vuole ultimamente, dal governo alle persone, ma “Fare sesso fa bene!” Questo rimane l’imperativo, in qualunque modo si pratichi, lo dicono i medici, le tv e i sexy shop. In fondo è da inserire nella voce “consumo”…attivo!

Qui da Milano è tutto, ma non finisce qui!

Luce per attrarre

L’Altra faccia del sesso in camera è progettare l’energia con il sesto senso: Essere-con -lo-spazio. Essere-per-lo spazio. Sintonia: essere insieme sulla stessa frequenza d’onda energetica.

Ascoltare i muri, il luogo, ascoltare, quello che hanno da dirti per progettare energeticamente.

Qui avrei da aggiungere sperando che abbiano da dirci qualcosa, se non i rumori del vicino che si dà da fare, ma ammiro le discipline che seguono le linee del feng shui. Ogni materiale, ogni filo elettrico, ogni colore, ogni direzione e curva, è stato pensato perché ci fossero un’orchestra armonica e sinfonica in perfetta sintonia.

Il risultato è quello da sempre ricercato e perseguito, in ogni ambito del vivere: il benessere dell’essere umano e la poetica della bellezza. Ciò che ha fatto nella sua galleria  Marco Pollice, che ha inaugurato un nuovo spazio in Via Guido d’Arezzo 11/A, a Milano, progettato dai cinque sensi – vista, udito, olfatto, tatto, gusto: la luce corretta per stare bene, la musica per muovere, i materiali da toccare, gli odori del legno e della carta, i sapori dei cibi naturali e il sesto senso quello dell’energia data dall’armonia che è simultaneità di ascolto e linguaggio.






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