- Non sopportiamo più quelli che ci accusano di averli impoveriti; di aver lasciato loro un mondo peggiore (non sanno che mondo abbiamo trovato noi, con il fascismo, la guerra e il dopo-guerra).
- Siamo stanchi di vedere trafficare sull’Italia che lasciamo, con leggerezza, con incompetenza e, a volte, con incoscienza (parafrasando Luigi Einaudi).
- Siamo ferocemente contrari a ridiscutere i diritti acquisiti, alla opportunistica e vendicativa retroattività dei provvedimenti, alla eliminazione unilaterale di patti e contratti e alle stupide rottamazioni generazionali.
- Vogliamo vivere il nostro ultimo miglio in serenità, acquisita da noi stessi e riconosciuta dallo Stato (in quanto Contratto sociale collettivo).
- Vogliamo essere rispettati.
- Vogliamo essere curati, con efficienza, educazione e pazienza (i pazienti non vogliamo essere noi: devono essere quelli che ci curano).
- Vogliamo che i servizi pubblici tengano conto di noi; e che le nuove generazioni si mettano in piedi davanti a noi e “giù il cappello”.
- Vogliamo che lo Stato si occupi del nostro “benessere”, della nostra “cultura”, della nostra vita; in fondo ormai costiamo per poco più e non abbiamo molte pretese.
- Voteremo contro quelli che sono contro di noi: per costrizione!
Un paese per vecchi
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