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venerdì 29 Marzo 2024
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Una dose di pazienza per la prima dose del vaccino

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Di Dom Serafini

Ci sono voluti sette minuti per ottenere la prima dose del vaccino Pfizer, che ne richiede un’altra di richiamo. Dodici minuti se si considera l’anticipo con cui bisogna arrivare per l’inoculazione. In pratica meno del tempo impiegato per compilare i due moduli del “consenso” da consegnare alla farmacista che somministra il vaccino. Comunque, per arrivare a quei sette minuti ci sono voluti ben 43 giorni, cioè da quando lo stato di New York ha aperto le vaccinazioni agli over 65. I conti però tornano: sommando i due numeri (4 e 3) si ottiene il tempo necessario per fare la vaccinazione (consentitemi una battuta di sollievo!).

Il primo appuntamento, fatto sul sito del mio ospedale Mount Sinai e confermato via e-mail il 12 gennaio dallo stesso grande gruppo ospedaliero di New York City, era per il 20 febbraio. L’ospedale aveva inviato un “reminder” il 13 febbraio, poi sono arrivate le bufere di neve e maltempo in quasi tutti gli Usa e la distribuzione si é fermata, poi peggiorata causa la scarsità dei vaccini a livello di produzione. Il 15 febbraio é arrivata la cancellazione via e-mail per entrambe le dosi. La notifica suggeriva di cercare un altro somministratore, ma conteneva anche una bandierina per ottenere una nuova data presso l’ospedale stesso. Purtroppo questa opzione non prevedeva lo stato di New York. In un’altra sezione del sito ci si poteva  mettere in lista d’attesa per essere notificati dall’ospedale.

Tutto ciò sembrava assurdo. Come può un grande gruppo ospedaliero come Mount Sinai non essere preparato o programmato per potenziali problemi? Inoltre, se il vicino stato del Connecticut aveva attivato la vaccinazione per gli over 55, come poteva New York essere ancora nella fascia over 65 e nemmeno essere in grado di soddisfarla?

A questo punto non rimaneva altro che lanciarsi sui vari siti messi a disposizione dello stato e della città. Siti tipo “Vaccine Finder” e “Vaccination Scheduler”  si sono rivelati inutili: i pochi appuntamenti che erano aperti o si trovavano a 400 chilometri di distanza o, se vicini, erano solo per residenti con un diverso codice postale e non permettevano appuntamenti.

Se l’alta tecnologia tanto vantata dagli amministratori locali non dava risultati, ecco alla riscossa la bassa tecnologia, cioè il telefono. Chiamando la più vicina farmacia, nel mio caso la catena Walgreens, son arrivato ad un operatore che trattava solamente appuntamenti per la vaccinazione e ha proposto due farmacie, entrambe facili da raggiungere e disponibili due giorni dopo. Il problema é poi sorto poiché entrambe le farmacie potevano solamente inoculare la prima dose, ma non erano in grado di programmare la seconda. Per ordine federale l’appuntamento può essere fatto solamente se si possono prenotare entrambe le dosi, pertanto l’operatore ha suggerito di richiamare dopo tre giorni (il tempo che Walgreens richiede per rifornirsi). Richiamando il martedì, un appuntamento si é subito materializzato per il giorno dopo, ed eccomi “adulto e vaccinato” (foto) con la seconda dose prenotata e da farsi tra 28 giorni.






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