Di Giuseppe D’Angiolillo
La solita routine oggi ha preso una piega diversa. Mi affaccio alla finestra, ma questa volta con un occhio un po’ più attento.
Inizio ad immaginare cosa ci possa essere oltre il mio campo visivo, oltre questa cornice, un po’ come faceva Leopardi con la sua siepe che gli precludeva l’infinito. Decido di andare oltre, spaziando con la mente tra i momenti presenti e quelli passati. E provo a riviverli col desiderio di ciò che più mi manca ora, la libertà.
Il mio scenario inizia a cambiare, in ogni angolo si apre un qualcosa che ho vissuto. I viaggi, gli amici, la scuola, lo sport, l’infanzia, le mie esperienze. Un palcoscenico pieno di ricordi che però viene annebbiato dal fumo, un fumo che non proviene da casa mia, ma da quella di fronte. È in quel momento che la mia immaginazione inizia a volare ancora di più. Un comignolo che fuma, chi l’avrebbe mai detto che sarei stato catturato da un’immagine che consideravo così anonima! Ora quei comignoli scandiscono il tempo di questo mio viaggio immerso nel silenzio di questi giorni eterni. Le rondini sono le uniche a poter rompere questo silenzio, libere di muoversi tra i comignoli di ogni casa. Ed io che non sono più distratto dalla frenesia del mondo, penso che al di sotto di quel fumo ci sono dei camini, che riscaldano altre case, in cui vivono altre persone. Immagino la loro vita, le loro sensazioni, e capisco che non sono solo. Il mondo continua al di fuori di ogni finestra. E perché non focalizzarci un po’ di più su di esso ora che non possiamo viverlo? Ora abbiamo l’occasione di conoscerlo per davvero.
Dalla rubrica “Diario di una quarantena”: