venerdì 22 Novembre 2024
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Un virus mutante e un presidente sconosciuto

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Sentiamo il dovere di intervenire. Non lo abbiamo fatto prima di ora perché avremmo soltanto sovrapposto (e quindi inutilmente) le nostre parole scritte alle tante scritte e dette su questo maledetto virus senza volto. Moondo non dà notizie, il compito che ci siamo dati è quello di commentare i fatti e approfondire gli argomenti per aiutare i lettori a farsi una propria opinione su ciò che accade. Vale oggi per il Coronavirus.

Certamente non potevamo associarci a quei talk show fatti dai soliti noti esperti in tutto e in nulla, nè a quei conduttori televisivi che alla costante ricerca dell’audience sono molto bravi a miscelare virus e sesso, camorra e canzonette. Tutto fa spettacolo.

E nemmeno ai politici che in questa situazione meno parlano meglio è (penso ai vari Sgarbi, Salvini e soci che qualche giorno fa invitavano ad andare per musei o alla movida). E ancor meno a questo strano Presidente del Consiglio che va in tv alle 10 della sera per dire parole. Difronte a quello che sta accadendo, alle drammatiche previsioni degli esperti, l’unica cosa che ha saputo dire: “state a casa”. Onestamente un po’ poco anche per un avvocato di Foggia.

 

E poi Antonio Polito ci dice che la paura che abbiamo è una giustificazione a tutte le fesserie che facciamo ogni giorno. Ha ragione Polito, ma la paura ti viene anche perché c’è un capo di governo che ti dice soltanto che non devi aver paura ma è meglio che stai a casa. Ci troviamo di fronte a qualcosa che non avevamo mai visto prima: un virus mutante e un capo di governo sconosciuto. E così la paura che abbiamo è il prezzo che paghiamo per la nostra atavica sfiducia nello Stato mentre tentiamo di consolarci sognando l’uomo forte al comando. Ieri facevamo il tifo per Salvini, oggi invochiamo quel Bertolaso che l’altro ieri volevamo in galera. Insomma alla paura si sommano idee confuse.  

Facciamo il punto della situazione: i meridionali del Nord che prendono il treno nella notte per tornare a casa, sbagliano. E sbagliano anche gli abitanti del Nord in fila davanti agli impianti di sci per godersi l’ultima neve di primavera. Stanno sbagliando i nostri giovani che vanno al pub forse perché non leggono o non ascoltano. O forse perché i genitori non sanno fare il loro mestiere. E hanno sbagliato giornali e giornalisti che per settimane hanno scritto che morivano solo i vecchi e i malati. Hanno sbagliato e continuano a sbagliare le autorità di governo, di tutti i governi, nazionale e regionale. La confusione di decreti dell’altra notte è solo l’ultimo episodio, e non è la prima volta. A Palazzo Chigi c’è qualcuno che crede di essere più furbo degli altri: il capo ufficio stampa della Presidenza del Consiglio deve essere sicuro che nessuno gli chiederà il conto. Per molto, molto meno un grande giornalista come Antonio Ghirelli fu costretto a lasciare l’ufficio stampa del Quirinale, ma qualcuno potrebbe dire che il paragone non regge, l’avvocato Conte non è Sandro Pertini.

Certamente sentire politici e politicanti polemizzare su questo o quello dà molto fastidio, così come è irritante ascoltare certi discorsi al bar dello sport dove la stupidità dei nostri concittadini non si esercita sul campionato di calcio ma sul Coronavirus che non è altro che una manovra dei nostri nemici. Facciamo queste osservazioni solo per dire che nessuno può scagliare la prima pietra. E certamente non lo faremo noi di Moondo, abituati a ragionare piuttosto che a lanciare anatemi e ingiurie. C’è solo da augurarsi che non prenda il sopravvento un sentimento che sappiamo cova da tempo nel fondo della nostra società: odio e egoismo sociale che con la cialtroneria di certa classe dirigente può creare una miscela esplosiva in grado di dissolvere ciò che resta dell’autorità dello Stato.

E’ il momento di privilegiare il bene comune, il senso civico, i valori della comunità per dare una mano, per esprimere solidarietà a chi ne ha bisogno e a ciascuno di noi. E’ il momento di difendere i nostri diritti, ma soprattutto è giunto il momento dei doveri. Come quei medici e infermieri, che ogni giorno combattono in prima linea, rischiando la salute in un sistema sanitario colpito da anni dalla demagogia di una classe politica fatta di dilettanti allo sbaraglio.

Per il bene di tutti, #stiamoacasa.






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