martedì 5 Novembre 2024
Lettera daDa Catilina a De Vito

Da Catilina a De Vito

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Ventuno  secoli dopo, a Roma avremmo ancora bisogno dell’Avvocato Senatore Marco Tullio Cicerone perché la cattiva genia dei Sergi, della quale Lucio Sergio Catilina fu ben noto esponente, a Roma non s’è mai estinta! Corruzione, arroganza, prepotenza sono mali endemici della città e l’attuale gestione del Campidoglione sembra un terreno particolarmente fertile, dal Presidente dell’Assemblea in giù e in su.

Per questi mali sotto i colpi della Magistratura, nel pieno di Tangentopoli, cadde la giunta Carraro e si ritenne di porre rimedio al malaffare con la riforma del meccanismo elettorale e la elezione diretta del Sindaco. In realtà con le giunte Rutelli e Veltroni il rimedio sembrò efficace, ma fu una stagione breve e col nuovo secolo il sistema perverso ha ripreso il sopravvento, associando un nuovo insopportabile profilo: quello della inefficienza, con la politica del no e quella  dello scarica barile. No alle Olimpiadi, no di fatto allo Stadio della Roma, no a grandi opere, le responsabilità di vertice o gestionali trasformate in colpa individuale con abbandono dei presunti colpevoli al loro destino, dimenticando chi ha affidato loro le responsabilità ed i mezzi di gestione.

L’elenco dei mali conseguenti è in continuo aumento e tende all’infinito: la pavimentazione stradale ovunque in dissesto, le voragini dell’asfalto che si aprono settimanalmente, le buche e il disfacimento dei marciapiedi che provocano infinite rivendicazioni economiche degli infortunati, la scomparsa dei vigili urbani dalle strade, gli autobus in fiamme, le scale mobili delle stazioni della metropolitana fuori uso, il disordine dell’occupazione commerciale delle piazze e dei marciapiedi, l’abbandono delle periferie, il proliferare delle mafie, della delinquenza, dei Pistoleros, mai visti prima in città, i campi profughi, gli zingari ovunque, la chiusura continuativa e definitiva degli esercizi commerciali familiari e non solo, i rifiuti abbandonati nelle strade, i cassonetti insufficienti e rotti,il degrado della nuova stazione Tiburtina occuata dagli homeless, l’insufficiente attività nelle strade dei cosiddetti operatori ecologici, il Villaggio Olimpico in via di trasformazione in discarica, l’erba che cresce liberamente lungo i gard-rail, i pini che cadono ad ogni giornata ventosa o di neve, le radici che dissestano l’asfalto, le inefficienti Aziende municipalizzate a dirigenza mutante, la crisi delle Giunte circoscrizionali gestite dai cosiddetti uomini nuovi, i conflitti con i governi nemici ed anche amici, le dimissioni ricorrenti di Assessori e dirigenti, il ritorno degli interventi della Magistratura con arresti e rinvii a giudizio del tutto in linea con l’epoca nera di Tangentopoli che si credeva dimenticata, ecc., ecc…. Nulla va ben, Madama la Marchesa!!!

Dunque per l’avvocato Senatore Marco Tullio Cicerone ci sarebbe un grande lavoro. Altro che le semplici catilinarie!

Marco Tullio Cicerone
Marco Tullio Cicerone

Ma quello che sorprende ai giorni nostri è l’assordante silenzio di chi avrebbe voce in capitolo. Non parlano le Istituzioni, la Prefettura, la Questura, le ASL, parla confusamente la Politica di qualunque parte, non parlano i Sindacati, le Associazioni di categoria, gli Ordini professionali, i Comitati di quartiere (ci sono ancora?) ecc ecc. E la Stampa scrive secondo il proprio orientamento politico, come se le buche, l’immondizia, il verde diventato giallo, i Pistoleros, gli stupri, gli alberi caduti, e magari la neve, ecc, appartenessero ad alcuni più che ad altri e non fossero una comune tragedia senza colore né parte.  Ed infine, the last but not the least, dove è finita la Magistratura? Le Procure non dovrebbero intervenire quando hanno notizie di reato? Oppure quanto sopra che è a quotidiana conoscenza di oltre tre milioni di cittadini e viaggiatori, non arriva agli occhi ed alle orecchie degli eccellenti Sostituti Procuratori? Qualche volta, bontà loro, viene aperto fragorosamente un fascicolo, ma poi qualche mano pietosa lo chiude, senza fare rumore…

Roma (presunta Capitale), domenica 7 aprile 2019.






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