Greta Thunberg è ormai famosissima, su di lei si è detto tutto e il contrario di tutto. Curiosità, dicerie, difese appassionate e attacchi personali, la sua figura e le tematiche che affronta hanno spesso scatenato un muro contro muro tra i sostenitori e i detrattori, tra i perplessi ed i fan.
E’ fuor di dubbio, Greta è un personaggio che calamita attenzione e interesse, ha rotto il muro del silenzio, ha alzato il velo su un problema, che nonostante le versioni e i teoremi degli scettici, è realmente un problema. Il suo merito, se ne avesse solo uno, e non credo, è quello di aver introdotto un tema all’interno delle famiglie , tra i ragazzi, nelle scuole, nella società. Greta ci ha posto di fronte ad alcune realtà: “il cambiamento climatico, l’inquinamento, la natura che si ribella, la deforestazione, l’erosione, l’estinzione degli animali… e mille altre cose”.
Ne ho parlato con un esperto antelitteram di queste tematiche, Grammenos Mastrojeni, diplomatico, docente, autore di diversi libri sul tema e coordinatore per l’eco-sostenibilità della Cooperazione allo Sviluppo, che ha avuto modo di ascoltare Greta sin da quando era solo una bambina appassionata di questi temi, Greta è: “un simbolo, una presenza utile. La sua consapevolezza aiuta gli altri, possiamo dire che lei ha dato una scossa.” Mastrojeni è convinto che il messaggio sul cambiamento climatico si stia evolvendo, e in un suo articolo per Changes, magazine del gruppo Unipol, scrive:” L’idea che salvaguardare l’ecosistema comporti dei costi pesanti e un impoverimento generale è sbagliata. I comportamenti che tutelano la natura a livello individuale, familiare, locale, di impresa, nazionale e globale creano ricchezza e benessere”. E prosegue: “Il 14 marzo 2019 milioni di giovani e meno giovani hanno risposto alla chiamata di Greta Thunberg e sono scesi nelle piazze a chiedere futuro o quantomeno un pianeta vivibile. Confesso che ero preoccupato dai contenuti iniziali di una protesta, concentrati sull’esigere dagli altri – e non da noi stessi –il cambiamento necessario: bisogna chiederlo ai governi, alle industrie ma… Io ? La tentazione è sempre di rispondere: io sono solo una goccia nell’oceano. Per fortuna i giovani in piazza non ci sono cascati, e prima che ai governi chiedevano a se stessi – ai coetanei, alle famiglie – di prendere in mano il destino comune”.
Proprio questo è ciò che si respirava in quella Piazza primaverile, giovani consapevoli, motivati e convinti, cartelloni e slogan semplici ma concreti, una voglia condivisa di dare una svolta alla propria vita insieme a quella degli altri. Genitori e figli, insegnanti e studenti pronti ad una nuova sfida.
Senza Greta tutto questo non ci sarebbe stato, è inutile denigrarla o criticarla,ci ha offerto la possibilità di invertire la rotta. Sarà allarmista ? Esagerata nelle sue posizioni? Ma chi prima di lei è riuscita a scuotere tante persone? E soprattutto chi ha attirato l’attenzione dei giovani, di coloro che vivranno i danni e le conseguenze di un cambiamento climatico?
Tra le risposte di chi era in piazza, mi ha colpito una riflessione di una madre prima che imprenditrice, Stefania Moretti, che ha paragonato la Thunberg al patrono degli ecologisti: San Francesco d’Assisi. ”Due personalità complesse, ostinate e visionarie, capaci di fare breccia sui ragazzi, sulla gente. Il messaggio di entrambi è così semplice e dirompente da non poter essere sconfessato. Anche per San Francesco si parlò di manipolazione ed anche lui fu ricevuto dalle massime autorità dell’epoca. Stefania prosegue: “Ho letto tante cose su Greta, sui social, e molti, quasi tutti adulti, sorridevano di sufficienza all’entusiasmo sollevato nei ragazzi dalle parole di Greta, beh, credo che quei sorrisi in realtà fossero un moto di invidia verso quelle anime giovani capaci ancora di crederci. A dirla tutta, sono fortunata perché sono dalla parte dei giovani e di Greta”.
Corrado Formigli che la ha intervistata per il suo programma “Piazza Pulita” ha ricordato le lacrime a Strasburgo durante il suo discorso, mettendo in luce anche le sue debolezze, quelle di una ragazza come altre. La Thunberg ha puntato il dito, anche su i mass media che hanno, per lei, responsabilità pari a quelle dei politici.
Fare ironia su Greta e i suoi problemi personali, sono davvero poca cosa. Ognuno chiaramente può avere opinioni divergenti, ed è libero di non credere alle sue parole, dovremmo, però, essere tutti d’accordo che è riuscita a coinvolgere i giovani, portarli nelle piazze in maniera pacifica, per credere in un progetto comune, per riflettere sul futuro e condividerlo con gli adulti, complici della voglia di cambiamento e pronti ad un percorso condiviso.