Brasserie 4:20: si conferma una birreria inossidabile, punto di riferimento per chi ama la birra e desidera provare tutte le sfumature che il settore brassicolo offre. Tutto ruota intorno a questo mondo, a partire dal birrificio Revelation Cat che qui è di casa. Le decine di spine consentono una varietà di scelta notevole che accontenta ogni gusto con etichette come Ritual Lab, Hopskin, Birrificio Italiano, Eastside, Cr/Ak e tante altre che variano nel corso dell’anno.
Anche nel menù, caratterizzato da una proposta in stile street food tra panini, hotdog, sandwich e insalate, il luppolo è presente come trait d’union dalla preparazione degli hamburger fino ad arrivare ai dolci. Nel corso della nostra visita abbiamo gustato delle gradevoli ali di pollo fritte e insaporite con paprika, dalla consistenza succosa, e delle chips di patate, croccanti e asciutte, con un saporito cheddar fuso. Abbiamo quindi proseguito con un notevole hamburger di Angus affumicato originario dell’Irlanda, fatto in casa con l’aggiunta di luppolo in fiore, cotto alla perfezione, a cui abbiamo abbinato, tra i toppings disponibili, cipolla rossa caramellata e senape di Digione. Gustoso e verace anche l’hotdog artigianale realizzato con carni scelte di suino e di manzo e speziato in modo equilibrato.
Brasserie 4:20: ambiente
Occupa uno dei magazzini portuali lungo il primo tratto della Portuense, in un ambiente affascinante già di suo per la volta in pietra, arricchito dal grande bancone in legno, con le decine di spine di fronte ai comodi tavoli che raddoppiano nella bella stagione con la terrazza.
Servizio: Si legge il menù, si compila il foglietto fornito di matita e si porta al banco dove si ordina la birra da portare al tavolo in attesa dei piatti. Unica nota in negativo in confronto agli scorsi anni, i ragazzi al banco si caratterizzano da scarsa empatia e poca voglia di far conoscere le birre, cosa basilare in un locale come questo.
Voto 4,5/5
Brasserie 4:20, Via Portuense, 82 Porta Portese – Roma. Telefono 06/58310737
Recensione tratta da “Il Saporario – Roma” de La Pecora Nera Editore.