Da quando i leader dei diversi partiti si sono resi conto che la grande campagna contro la politica aveva avuto il risultato desiderato cioè quello di allontanare i cittadini dalla partecipazione politica hanno cominciato ad invocare: POPOLO ed ITALIANI! Come se fosse il rosario, in ogni occasione, la preghiera della sera: “Siamo per gli italiani! Evviva il popolo!”. E via con grandi adunate per dimostrare che in effetti la partecipazione, loro i singoli leader, se la sono assicurata.
Insomma viviamo un mondo in cui la politica spettacolo ha preso il sopravvento, tanto da tornare alle adunate: è successo per Renzi a Firenze, come per Salvini a Roma, per Di Maio nella sua Napoli. Ma a cosa sono servite queste tre ultime adunate?
Sono servite a far si che ciascuno dei tre leader abbia potuto ridefinire in modo nuovo l’identità del proprio movimento politico. Renzi per dire che Italia Viva è un partito liberal democratico e riformista (attenzione riformista, non di sinistra).
Salvini ha inaugurato un nuovo schieramento: la destra italiana, la coalizione degli italiani, guidata da Salvini, Berlusconi ormai cancellato, è nata la destra, è morto il centrodestra.
Di Maio invece ha cambiato la natura stessa del movimento 5 Stelle, non più movimento di rabbia e di protesta, ma una forza di governo “centrale nel sistema politico italiano” questa la sua definizione “l’ago della bilancia”. Non siamo ad una pratica di governo che ci ricorda la politica democristiana e nello specifico andreottiana dei “due forni”.
Ecco questo abbiamo di fronte per il futuro e dovremmo stare molto attenti, per capire bene dove questi esponenti politici intendono portare l’Italia.