Tutto è strano, sospeso, foggy direbbero i londinesi.
La stessa nebbia che rende difficile vedere davanti a sé stessi, sembra scesa perennemente sulla città anche se è appena finita l’estate più calda e soleggiata di sempre.
La Londra con i ristoranti e i pub che chiudono alle 22, con lo smart working perenne che ha svuotato interi quartieri-città come la City e Canary Wharf, non riesce a guardare davanti a sé stessa.
E’ tutto sospeso. Si attende qualcosa, forse la seconda ondata? Forse il vaccino? Forse entrambi, ma nell’attesa non si riesce più ad essere felici, o almeno spensierati.
La criminalità aumenta velocemente, a ritmi a cui non si era abituati dagli anni 80. I poliziotti sono pochi, vittima dei tagli sconsiderati e delle chiusure dei commissariati di quartiere. Avessero chiesto a noi Italiani, che abbiamo fatto lo stesso dieci anni prima, avremmo potuto prevedere loro i risultati senza sforzo…
Ma qui non erano abituati. Furti nelle strade, assalti, crimini col coltello. E i poliziotti tutti presi dal far rispettare i coprifuochi Covid e il distanziamento.
Viaggiare nella City, cuore finanziario stordito dal doppio colpo Brexit e Covid, sembra un film di fantascienza. I baretti quasi tutti italiani che si popolavano a lunch time sono chiusi, sprangati, insieme ai centri yoga e alle palestre.
Mentre nei quartieri residenziali il traffico è esploso perché sempre meno si usa il trasporto pubblico. Gli stranieri sono dimezzati.
Nuovi arrivi per cercar lavoro non ce ne sono, e quelli che già vivevano in questa città cosmopolita sono in molti nei paesi di origine a lavorare davanti a uno schermo. Anche se non si potrebbe.
Mentre i più benestanti hanno lasciato la città per affittare uno di quegli splendidi cottage caratteristici che popolano le verdi campagne a 50 minuti da Londra. Troppo piccoli gli appartamenti londinesi, troppo piccoli gli spazi per star chiusi dentro senza un sorriso.
Ma quello che manca veramente alla città per guardare avanti è lo svago, il divertimento. La Londra dei concerti, lo Strand dei musical ogni sera, i garage di musica underground dove i gruppi anche quelli poi diventati famosi si esprimono e si lanciano. Tutto fermo.
Alle 22, tutti a nanna.
E mentre il Governo annuncia e proclama nuove chiusure, nuovi rischi, e i contagi che salgono, la gente si sente confusa. Non era abituata ai proclami, ma ai fatti. Non era abituata alle decisioni aleatorie, ma alle regole certe e definite.
E mentre il Governo annuncia e promulga, sempre più voci si alzano contro nuovi lockdown, contro nuove forme di imposizione: “proteggere i deboli, lasciare vivere gli altri!” Conto ben sei/sette interventi al giorno di esperti contrari alle restrizioni su media nazionali. Impossibile dire chi ha ragione.
Impossibile capire oramai chi sia veramente un esperto oppure no. Il risultato è solo confusione. E una città che si trova sospesa.