Mirella Bein Argentieri fu una delicata poetessa piemontese che, anche in virtù del fatto che era figlia e nipote di due valentissimi enigmisti del passato (Dante Argentieri e Cesare Farina, per altro dello stesso paese natale: Castelvetro Piacentino), di tanto in tanto volse il suo verso in direzione dell’enigmistica.
Dante Argentieri (1885-1956), fu deputato al Parlamento per due legislature; perseguitato politico del regime, dopo varie peripezie, scelse la via religiosa divenendo Pastore della Chiesa metodista. Aveva scelto come pseudonimo quello di Argante.
Cesare Farina (1894-1976), con lo pseudonimo Il Mancino, fu anch’egli autore di grande valore; scrisse lavori, di grande pregio, come un enigma con soluzione il barometro e l’ancor più famoso indovinello su la bussola che ormai tutti conoscono, non soltanto gli addetti ai lavori, ma chiunque, anche occasionalmente, si sia semplicemente accostato alle cose enigmistiche.
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Una pubblicazione edita anni addietro dalle edizioni Albert Meynier di Torino contiene una sua raccolta di suoi versi, tra i quali spiccano alcuni graziosi indovinelli. Già l’introduzione di Mario Daniele anticipava quello che sarebbe stato il gusto proveniente dalla loro lettura: Daniele paragonava l’indovinello all’affascinante gioco delle “ombre cinesi” che «… sullo schermo illuminato dànno immagini di cose, fiori, animali, mentre in realtà non sono che il gioco di mani esperte; nascoste dietro la tela. In quel caso, naturalmente, si trattava di “ombre cinesi” scritte e non mimate; le stesse che un enigmista del Seicento, Leone Santucci, ebbe a definire «ombre poetiche».
È chiaro che, in questo passaggio alla poesia breve, Mirella Bein trasforma la sua lirica delicata in una versificazione agile e giocosa, nella quale trovano spazio i doppi sensi e le varie espansioni di significato, necessarie per la costruzione dell’indovinello:
TRA MOGLIE E MARITO
Lui mi ricorda Carlo… Sai, la picchia,
la vuole sottomessa e in più.. cornuta.
Ma lei non si scompone e, a pensar bene,
metter dito tra lor non ti conviene.
Si tratta, in questo caso, di un «indovinello doppio»; la sua soluzione, infatti, consiste in due soggetti distinti, legati, però, da un nesso di attinenza.
La sua soluzione è rimandata al prossimo appuntamento.
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