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mercoledì 24 Aprile 2024
Il piacere dei sensiVersi come ombre cinesi

Versi come ombre cinesi

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Mirella Bein Argentieri fu una delicata poetessa piemontese che, anche in virtù del fatto che era figlia e nipote di due valentissimi enigmisti del passato (Dante Argentieri e Cesare Farina, per altro dello stesso paese natale: Castelvetro Piacentino), di tanto in tanto volse il suo verso in direzione dell’enigmistica.

Dante Argentieri (1885-1956), fu deputato al Parlamento per due legislature; perseguitato politico del regime, dopo varie peripezie, scelse la via religiosa divenendo Pastore della Chiesa metodista. Aveva scelto come pseudonimo quello di Argante.

Cesare Farina (1894-1976), con lo pseudonimo Il Mancino, fu anch’egli autore di grande valore; scrisse lavori, di grande pregio, come un enigma con soluzione il barometro e l’ancor più famoso indovinello su la bussola che ormai tutti conoscono, non soltanto gli addetti ai lavori, ma chiunque, anche occasionalmente, si sia semplicemente accostato alle cose enigmistiche.

Una pubblicazione edita anni addietro dalle edizioni Albert Meynier di Torino contiene una sua raccolta di suoi versi, tra i quali spiccano alcuni graziosi indovinelli. Già l’introduzione di Mario Daniele anticipava quello che sarebbe stato il gusto proveniente dalla loro lettura: Daniele paragonava l’indovinello all’affascinante gioco delle “ombre cinesi” che «… sullo schermo illuminato dànno immagini di cose, fiori, animali, mentre in realtà non sono che il gioco di mani esperte; nascoste dietro la tela. In quel caso, naturalmente, si trattava di “ombre cinesi” scritte e non mimate; le stesse che un enigmista del Seicento, Leone Santucci, ebbe a definire «ombre poetiche».

È chiaro che, in questo passaggio alla poesia breve, Mirella Bein trasforma la sua lirica delicata in una versificazione agile e giocosa, nella quale trovano spazio i doppi sensi e le varie espansioni di significato, necessarie per la costruzione dell’indovinello:

TRA MOGLIE E MARITO

Lui mi ricorda Carlo… Sai, la picchia,
la vuole sottomessa e in più.. cornuta.
Ma lei non si scompone e, a pensar bene,
metter dito tra lor non ti conviene.

Si tratta, in questo caso, di un «indovinello doppio»; la sua soluzione, infatti, consiste in due soggetti distinti, legati, però, da un nesso di attinenza.

La sua soluzione è rimandata al prossimo appuntamento.

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