Il periodo fra Natale ed il giorno dell’Epifania (io preferisco chiamarlo della Befana, perché mi ricorda il carbone dolce che spesso finivo per ricevere) è stato un periodo di letture più intenso. Un libro che ho avuto modo di leggere durante queste feste è stato 6×2 di Oscar Di Montigny e Oscar Farinetti.
Vi dico subito che non è un libro di marketing, sì lo so che il sottotitolo recita “Sei brevi lezioni da due maestri del marketing”, ma non è questo il focus del libro.
Oscar Di Montigny preferisce dire che è un libro sulla parola e che se proprio lo si vuole vedere come un libro di marketing, lo è nel senso alto del termine.
6×2 è quindi un libro dedicato all’importanza della parola e del suo corretto uso ed è dedicato alla parola più importante fra tutte per i due Oscar, la parola pace. Ogni capitolo è dedicato ad un gruppo di parole:
Questo libro può essere visto come un dialogo fra Oscar Farinetti e Oscar Di Montigny, un viaggio fra le parole durante il quale Farinetti offre una prospettiva più manageriale, da imprenditore, mentre Di Montigny più filosofica.
Entrambi sottolineano l’importanza delle parole e del dare loro il giusto valore, il loro è “un tentativo di onorare il valore della parola nel business.”
Il mio consiglio è di leggerlo una prima volta tutto di fila, penso che così lo gusterete al meglio e soprattutto non affrontatelo pensando ad un libri di marketing.
All’inizio del primo capitolo, quello dedicato alla PAROLE PER Creare troviamo evidenziate queste parole:
“L’obiettivo è quello di far emergere la scimmietta che sta in voi.
Fidatevi c’è, esiste in ciascuno.
Lei sa dire e scrivere le parole giuste.
Conosce i numeri corretti.
Lei ha volontà, coraggio, una dose di speranza infinita. Spesso è più creativa
di noi. Magari è un po’ ingombrante, a volte impertinente.
Forse è per questo che la teniamo nascosta. Ma credeteci, è gestibile.
Speriamo tanto che queste lezioni vi aiutino a trovarla. Siamo convinti che vi farà sentire migliori.”
Io la mia scimmietta la sto ancora cercando, mi sembra però di averla intravista, sono convinto che ci sia. Poi mi saprete dire se l’avete trovata oppure no.
6×2 si propone di “come abbinare parole convincenti ad azioni valide” cercando di fornire un metodo semplice che possa consentire a chiunque di “trovare le corrette parole per descrivere le proprie azioni in fatto di intrapresa.”
Per Oscar Farinetti scrivere è fondamentale e le parole devono essere poche e giuste in modo da essere efficaci, mentre Oscar Di Montigny invece sottolinea come le aziende e le organizzazioni che vogliano veramente assicurarsi un futuro e divenire veramente prospere debbano produrre un impatto tale da divenire dei Gratefulbrand ® ovvero “costruire una relazione con i propri interlocutori” partendo da vision e mission.
Per un’azienda oggi questo “significa soprattutto comunicare il perché l’azienda esiste, quali sono la sua essenza, il suo scopo ultimo e il suo proposito più alto” coinvolgendo emotivamente e totalmente l’interlocutore.
Si parla quindi anche di purpose che deve essere “inteso come scopo ultimo e vero proposito dell’azienda, un concetto molto più alto e rilevante della Vision e della Mission… è la ragion d’essere fondamentale di un’azienda.”
Il #capitalismo degli #shareholders in cui il lavoro di un’azienda è solo quello di creare #ricchezza per gli azionisti abbiamo visto dove ci abbia portato.
Non solo in Italia, ma nel mondo intero ha portato ad un peggioramento delle condizioni dei più e l’impatto negativo sul clima e l’ambiente sono abbastanza evidenti, a parte gli irriducibili seguaci di Milton Friedman.
Oggi, è non solo necessario possibile un modo diverso di fare #business che porti benefici ai singoli, alla società e al pianeta oltre che, ovviamente, anche all’azienda e che dovrebbe essere l’obiettivo di chiunque vuole oggi fare impresa.
A questo proposito Oscar Di Montigny parla di economia sferica ed il modello delle 7P ovvero Person, People, Partnership, Profit, Prosperity, Planet e Peace ed il relativo 7P Index per misurarne le variazioni.
Chiave di tutto è rimettere l’uomo al centro di tutti i sistemi, non il profitto, non la tecnologia; no, l’uomo, assieme ai valori universali che lo abitano e lo ispirano da sempre.
Di fondo ci deve essere una consapevolezza che le imprese devono “oggi guardare all’essere umano nel senso pieno del termine, alle sue esigenze materiali e spirituali e l’architettura portante su cui poggia l’azione di marketing diventano i valori: il cliente non vuole limitarsi a comprare qualcosa di te, ma vuole fare esperienza di te.”
La vera rivoluzione non sarà digitale, non sarà tecnologica; la vera rivoluzione sarà l’evoluzione delle coscienze.
Dobbiamo tornare a provare gratitudine e suscitarla negli altri, perché questa “sarà la via per costruire nuovi, rivoluzionari modelli sociali, culturali e di business. La gratitudine è l’essenza della coopetition, integrazione tra competizione e cooperazione”, e l’anima della innovability, che lega innovazione e sostenibilità e costruisce l’elemento fondante dell’economica sferica. Quando a questi due elementi aggiungiamo la centralità dell’essere umano si ha la humanovability.
Quelle aziende che riusciranno quindi a prendersi cura di se stesse, dei propri clienti e della collettività possiederanno il futuro rendendo “l’Economia sferica ® diviene così il primo modello economico fondato sul valore della gratitudine e sulla consapevolezza della centralità dell’individuo e delle sue più intime e profonde aspirazioni che lo devono guidare nel corso della sua esistenza.”
L’unico sviluppo economico possibile è uno sviluppo sostenibile che riesca a soddisfare i presenti bisogni senza compromettere la possibilità per le prossime generazioni di soddisfare>> i loro di bisogni.
“L’essere umano è la migliore delle tecnologie esistenti sulla terra, perché si pone delle domande, domande esistenziali, sul senso delle cose”, scrive Di Montigny. Il problema è che in molti abbiamo smesso di farci delle domande.
In chiusura del libro troviamo infatti un invito a farsi delle domande, a chiedersi “dove e in quale contesto possiamo dare il nostro contributo? Ognuno di noi può farlo nella propria sfera di influenza”.
In un contesto sempre più volatile, sempre più incerto, “di fronte a verità incerte, dovute alla complessità del problema, conviene approcciarsi con disponibilità a cambiare idea in relazione alle evoluzioni, ma forti della convinzione che ce la metteremo tutta per risolverlo, il problema. Questa flessibilità si chiama dubbio e costituirà il motore dell’armonia.”
“Affrontare un problema, come salvare la vita umana sul pianeta, attraverso il valore del dubbio è una cosa bella”. La prima cosa importante è crederci veramente, perché non sono le soluzioni che mancano. “il vero problema è la nostra volontà, il nostro convincimento, la nostra energia” che è rinnovabile perché viene dai sentimenti.
Le questioni tecniche, dalle più semplici alle più complesse, possono essere affrontate solo dopo che si superata “l’unica vera grande difficoltà: muovere le coscienze” e per questo servono parole che tocchino il cuore.
Venendo da un’era come quella chiamata antroprocene, caratterizzata da un’umanità che non si adatta al Pianeta, bensì la plasma consapevolmente, arrivando però a destabilizzare “contestualmente tutti i sistemi su cui facciamo affidamento per la sopravvivenza”, “la prossima frontiera per il nostro sviluppo richiede di lavorare con e non contro la natura, attraverso il cambiamento delle norme sociali, dei valori e degli incentivi governativi e finanziari”.
Scegliere poche parole ma quelle giuste, “meno numeri, ma quelli corretti. Che viaggino in armonia, aiutandosi. E che di donino una vita migliore… insieme alla nostra scimmietta”.
“La parola è il seme della possibilità… che ultimamente sta venendo invece rimossa dalle nostre teste e dai nostri cuori a causa di un sistema che ci vorrebbe sempre più passivi e deresponsabilizzati rispetto a tutto quanto sta accadendo attorno a noi”.
Le parole sono quindi importanti perché ci aiutano a rappresentare e descrivere la realtà, a giudicarla, a invertirla, ad edificarla o abbatterla, ci permettono di interpretarla. Le parolo sono potenti come un’arma che va maneggiata con cura: “i tempi sono maturi affinché ci si assuma la responsabilità di orientarlo al Bene dell’Insieme”.
Se non avessimo chiaro quanto le parole siano importanti, basta pensare alla “stringente attualità dei social network, laddove le parole diventano pietre durissime da scagliare contro il nemico di turno”.
Attenzione a derubricare la questione a qualche frustrato leone da tastiera. “Il passaggio dalla violenza delle parole sui social network ai rischi per la democrazia è sempre più correlato”.
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