Andrea Perroni brillante “one man show” sul palcoscenico di Zelig e Colorado Caffè, comico teatrale oggi conduttore radiofonico per Radio 2 oltre che in passato volto noto del piccolo schermo ha raccontato la sua quarantena e le speranze riposte in una veloce ripartenza nel salotto virtuale di Moondo, all’interno della rubrica “Quattro chiacchiere con”.
Ho ritrovato la sua giovialità, il suo equilibrio che fa da contrappeso ad un sorriso spontaneo e profondo e immediatamente chiedo come abbia passato la fase di quarantena imposta dal lockdown.
“In questo periodo in realtà ho continuato a lavorare, anche se in smartworking da casa, ho continuato a trasmettere in diretta su Radio 2, mentre dal 4 maggio sono tornato in studio radiofonico e televisivo visto che dal 5 maggio ho ripreso anche a fare Tv su Rai due”. Considerando che il frizzante artista fa un milione di attività, e che il coronavirus ha sconvolto la vita un po’ a tutti noi, voglio sapere se questa emergenza gli abbia tolto qualcosa di prezioso o se piuttosto gli abbia dato qualcosa di nuovo a livello personale o culturale.
“L’unica cosa che ho perso sono le sigarette – racconta sorridendo – nel senso che ho smesso di fumare, a parte questo credo di avere acquistato il sentimento della pazienza, perché in questo periodo abbiamo imparato ad essere più pazienti, ad aspettare e ad ascoltare di più. Il problema poi è mettere a frutto questi miracoli che ci sono stati concessi, perché è come se la natura ci avesse dato l’opportunità di ripartire, speriamo di essere in grado di sfruttarla. Ho vissuto questo momento come uno stop generale, anche creativo oltre che morale. Ho visto, e lo dico con una sana invidia, molti artisti proliferare con idee e nuove creazioni, io non sono riuscito a creare, forse solo con la ripartenza sono riuscito a rimettere in moto la mia creatività”.
Ne deduco che stia lavorando a nuovi divertenti progetti e quindi, cercando di scrutare tra le sinapsi neuronali del cabarettista, avanzo senza timori la richiesta di un trailer sul suo futuro artistico. “In realtà c’è poco da raccontare. Continuo a scrivere per la radio insieme ad un autore- racconta Perroni – continuo a progettare e a mettere in cantiere idee per quando riusciremo a tornare in teatro a fare il nostro lavoro, perché per noi che facciamo i live è una preoccupazione tornare in teatro con tutte le restrizioni di legge, magari sapendo che le persone si mettono comunque a rischio per venirci a vedere”.
Poco dopo però mi sibila di due progetti nuovi per la televisione, uno dei quali anche molto divertente, di cui però ritiene prematuro parlare. La malinconica risposta mi fa certamente capire, anche se non ne avevo alcun dubbio, che il live, il contatto con il pubblico sono uno dei suoi grandi amori e quindi gli chiedo se tutta questa adrenalina gli sia mancata e se abbia parlato anche con i colleghi di eventuali soluzioni.
“Tutte le volte che mi sono fermato tornare sul palco è sempre stata un’esplosione di gioia, di suggestioni e sensazioni fortissime- ha spiegato sorridente – Ne parliamo molto tra colleghi e amici, ma adesso non c’è che da aspettare, non è possibile forzare nulla, perché qualsiasi cosa se forzata diventa peggiore di quello che è in realtà. E’ un po’ come la paura, se forzata diventa terrore, bisogna solo avere tanta pazienza”. Chissà poi se i suoi personaggi (quelli che lui ama imitare) gli hanno tenuto compagnia durante il lockdown?
“La mia compagna è molto divertente e mi conosce molto bene – racconta – sa quando io sono nel mood gioco o e quando sono nel mood depression, però quando giochiamo sappiamo come divertirci e lei riesce a tirare fuori quella parte di me. Anche Angelo Pintus, con cui ho un’amicizia molto forte, riesce a coinvolgermi e quindi ci siamo scambiati pareri su personaggi facendo chiacchierate veramente surreali. Per esempio, una su tutte, abbiamo commentato l’uscita di De Luca sul lanciafiamme e ci siamo divertiti moltissimo”. Alla fine ci lasciamo con un’esternazione, molto emozionante e sentita, da parte sua di una certa preoccupazione per la crisi che sta coinvolgendo tutti i settori e i professionisti del mondo dello spettacolo.
“Volevo semplicemente ricordare che ci sono tantissimi lavoratori dello spettacolo a casa – conclude – senza i soldi per potere fare la spesa. Parlo veramente di tutti, fonici, attrezzisti, scenografi, truccatori, cameramen etc. che sono innanzitutto persone e artisti che fanno sempre la differenza e senza di loro non potremmo andare in scena. Questi professionisti vanno tutelati e c’è urgente necessità di un disegno molto più chiaro”.
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